Dopo aver esplorato le aule di tribunali militari e diretto attori del calibro di Jack Nicholson e Kiefer Sutherland nel dramma militaristico Codice d’onore, sondato i confini dell’horror kinghiano come scoperta del bene e male in Stand by Me riletto la suspence claustrofobica con Katy Bates in veste di superfan in Misery non deve morire, Bob Reiner ritorna al suo primo amore: la commedia. Egli mescola sapientemente i canoni della fiaba moderna alla quotidianità di storie made in America dai risvolti sentimentali, a tratti smielate, badando però a non incappare nelle frequenti trappole innescate dal genere, come invece non era riuscito ad evitare nel deludente Storia di noi due con un impacciato Bruce Willis e una modesta Michelle Pfeiffer: Alex e Emma non ha nulla a che vedere con la celebre Harry ti presento Sally, grande successo di critica e pubblico, piuttosto guarda con affetto al surreale Woody Allen de La rosa purpurea del Cairo e ad una certa impronta classico-hollywoodiana calcata dalla coppia William Holden – Audrey Hephurn in Insieme a Parigi, un’allegra pellicola degli anni Sessanta dal sapore squisitamente retrò. La storia è semplice e alterna la vicenda reale (un uomo e una donna costretti a finire un romanzo con una scadenza obbligatoria, soffocati dalla spazialità ristretta di un appartamento di Boston) all’immaginazione (un istitutore squattrinato conteso fra l’amore di una ricca vedova ormai in rovina e una donna umile e appassionata).
Gli interpreti sono molto bravi: Luke Wilson nei doppi panni dell’insicuro talento e del dongiovanni al verde, aderisce bene al corpo del personaggio senza esagerare; Sophie Marceau nell’insolita veste della signora dell’alta borghesia, risulta autorironica e buffa con quel suo accento “fransciese”; Reiner ancora attore per un suo film, è un editore severo ma dall’animo paterno; la dolce Kate Hudson, si sdoppia in quattro come accadeva qualche anno fa a Michel Keaton nella divertente pellicola di Harold Ramis, e aggiunge ad ogni personaggio un qualcosa di inimitabile e divertente.
L’ex fan della musica rock scoperta da Cameron Crowe infatti, è prima Emma, ragazza moderna ed emancipata, cresciuta senza famiglia (come tanti personaggi infelici e candidi di Reiner) ma in grado di saper badare ai fratelli più piccoli; poi è Eulva, una governante di origine tedesca dalla capigliatura riccia e rossa che esprime ammirazione nei confronti del giovane autore; ancora Elsa, infine Anna, l’eroina di un altro mondo, disposta a tutto pur di vivere un’intensa love story con l’uomo che ha cercato da sempre. Il regista e attore americano si serve del meccanismo da soap opera, le fa indossare costumi anni Venti, e gioca con un filone dal quale si sente ispirato, ritrovando lo smalto di allora in un allegro teatrino fra bugie e verità, amore e gelosia, comicità e sentimento attingendo da un fonte preziosa, qual è Il giocatore di Fedor Dostoevskij.
di Ilario Pieri