Hanno un sapore francese i buoni film in sala da questa settimana. Le nevi del Kilimangiaro di Robert Guediguian, che fa riflettere sul purtroppo attualissimo tema della disoccupazione in un semidismesso cantiere navale, addolcito da sentimenti come solidarietà e speranza. Si ride invece di gusto con l’intelligente e ironica commedia di Woody Allen Midnight in Paris, che riporta il protagonista nel passato per sottolineare l’eterna insoddisfazione umana nel vivere il proprio presente.
Il quasi sessantenne Guediguian stavolta si è ispirato al poema di Victor Hugo Les pauvres gens per raccontare una storia drammatica con tocco lieve, affidato alla straordinaria interpretazione di Ariane Ascaride (sua moglie nella vita e diciassette film insieme) e di Jean-Pierre Darroussin. La pellicola ambientata a Marsiglia, presentata a Cannes e di recente vincitrice del Premio Lux del Parlamento Europeo (87mila euro per sottotitolare il film nelle 23 lingue della Ue), ha per protagonisti un sindacalista licenziato dal cantiere, sua moglie, i figli, gli amici.
La coppia sarà rapinata in casa dei soldi ricevuti per i trent’anni di matrimonio e dei biglietti per un’esotica crociera. Lo shock dell’uomo sarà scoprire che l’autore del violento gesto è un giovane collega licenziato come lui, con a carico due fratellini e pieno di debiti, che darà la stura a una commovente gara di solidarietà. «In tempi di crisi – sostiene il regista, a Roma per presentare il film – fanno di tutto per metterci l’uno contro l’altro, chi ha un lavoro e chi non ce l’ha. Servirebbe invece ricreare una coscienza di classe, fare una rivoluzione. Lo dico tra virgolette… ma neanche tanto».
Sottolinea che la sinistra e il sindacato nell’ultimo trentennio si sono preoccupati soprattutto di non perdere i diritti acquisiti. “Dalla caduta del muro di Berlino, nei paesi europei la sinistra ha collaborato di fatto con la destra. La povera gente vive sempre peggio. Dobbiamo tornare ai fondamentali, a una definizione chiara di sinistra”. E’ convinto dell’importanza di film come il suo, come quello di Kaurismaki e dei Dardenne . “Servono per far sognare. Sentiamo il bisogno di sentire che non tutto e’ inevitabile, che si puo’ andare verso qualcosa di collettivo”.
Fa sognare, anche Woody Allen, tornato stavolta agli antichi splendori con questa storia romantica dal tono ottimista e leggero, parecchio divertente, su un giovane scrittore americano “bloccato” e la sua fidanzata snob prossimi alle nozze, in vacanza a Parigi con i ricchi e potenti genitori di lei, che vivranno magiche esperienze che cambieranno le loro vite. Magica sopra tutti Parigi, che il suo grande estimatore Allen indugia parecchio a illustrare come una splendida cartolina, di giorno e di notte, col sole e sotto la pioggia, con inserita in un cameo anche la vera first lady Carla Bruni. Il protagonista (Owen Wilson), sganciatosi dal gruppo familiare, fara’ un salto nel passato dove incontrera’ i grandi artisti e letterati del tempo, tra cui Picasso, Dali’ (Adrien Brody), Hamingway, Gertrude Stein (Kathy Bates), che lo aiuteranno a ritrovare l’ispirazione per terminare il suo romanzo. E un piu’ solido amore.