Nei cinema “The Iron Lady” con una Margareth Thatcher interpretata da Meryl Streep
Dopo aver spaccato in due il Regno Unito, arriva nelle nostre sale il 27 gennaio con Bim il film The Iron Lady sulla vita di Margaret Thatcher diretto da Phyllida Lloyd. Due candidature agli Oscar, per la strepitosa interpretazione di Meryl Streep e per il trucco, che l’ha resa identica all’ex Primo Ministro britannico che oggi, a ottantasette anni, conduce vita ritirata a Londra.
Un film che sfiora soltanto gli importanti eventi politici di cui fu protagonista la prima donna Premier della Gran Bretagna dal 1979 al 1990 (dalle sue prime lotte alla Camera, alla cruenta guerra contro l’Argentina per il possesso delle Isole Falkland, alla sconfitta dei minatori, all’introduzione della “Poll Tax” per tutti, poveri e ricchi) e che, mostrandocela ormai anziana e non più mentalmente lucida, tenta di far passare in secondo piano i motivi che hanno portato le comunità di minatori del nord del paese, coinvolte nei devastanti scioperi degli anni ’80, a disertare il film.
Un film sul potere e sul prezzo che questo comporta, stemperato però dall’aspetto umano e romantico che sottolinea la vita di una donna complessa, che riuscì a farsi largo in un mondo dominato dagli uomini con uno stile sempre più autocratico e scelte politiche che lacerarono la nazione. «È la storia di una grande leader, meravigliosa e imperfetta – spiega la regista -, una storia sul potere, sul tracollo, sull’epilogo della vita di un individuo che ha condotto un’esistenza di traboccante intensità sul piano professionale che all’improvviso finisce. Non si tratta di condividere o meno un programma politico – mette le mani avanti -, ma di saggiare il fervore delle sue convinzioni e la sua inflessibile ferocia, senza giudicare la sua politica».
«Volevo mostrare una persona nelle diverse fasi della vita – conferma la sceneggiatrice Abi Morgan -. L’aspetto interessante della Thatcher è la tensione tra la sfera pubblica e quella privata». La Streep, racconta la Lloyd, è andata ben oltre l’imitazione. «È entrata in empatia col personaggio, ha immaginato se stessa anziana e Margaret prima che diventasse ‘la Thatcher’». Tre ore di trucco al giorno per l’attrice americana, costretta a lavorare anche molto sulla voce, sulla dizione, sull’intonazione.
E grande risalto alla sua storia d’amore col marito, Denis Thatcher, sposato nel 1951 e morto nel 2003, ma che lei nel film vedra’ al suo fianco ancora per molto tempo. “E’ una meravigliosa storia d’amore – ammette la regista -in cui tutti possono identificarsi quando perdono una persona cara e si guardano indietro”.