11 nomination agli Oscar per il nuovo capolavoro di Scorsese, da oggi nei cinema
Hugo Cabret di Martin Scorsese è una fiaba dentro un sogno, colorata con tanto amore per il cinema, che 01 Distribution porterà in 400 sale dal 3 febbraio. Il regista con questo film ambientato negli anni ’30, vincitore del Golden Globe e ora con 11 nomination agli Oscar (tra cui quella per la miglior scenografia ai nostri Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo), tratto dal romanzo La straordinaria invenzione di Hugo Cabret di Brian Selznick, invita a recuperare l’innocenza attraverso il protagonista Hugo (lo straordinario Asa Butterfield).
Un ragazzino orfano che vive nascosto nei meandri della stazione ferroviaria parigina impegnato a farne funzionare gli orologi e a voler riparare a tutti i costi gli ingranaggi di un misterioso automa lasciatogli in eredità dal padre (Jude Law), guardiano di un museo morto in un incendio. Braccato dall’ispettore della stazione (Sacha Baron Cohen) armato di feroce dobermann, a caccia continua di clandestini da spedire in orfanotrofio Hugo darà nuovo vigore al suo sogno dopo l’incontro col burbero giocattolaio Georges Melies (Ben Kingsley) che, spenti i riflettori sulla sua folgorante carriera di cineasta, gestisce tristemente un modesto negozio di souvenir nella stazione.
A rompere il ghiaccio tra i due, la dolce e vivace figlioccia del regista Isabelle (Cloe Grace Moretz) che accompagnerà Hugo nella ricerca dei pezzi mancanti a far rivivere l’automa che, aggiustato, darà al padre del cinema la forza per uscire allo scoperto e recuperare la sua vera identità. Emblematica la frase che il ragazzino dice a Isabelle: «Credo che tutto il mondo sia un enorme ingranaggio e se io e te siamo qui vuol dire che per forza abbiamo anche un senso e uno scopo».
Un grande atto d’amore di Scorsese per l’arte cinematografica, con un uso finalmente appropriato del tridimensionale che ne esalta la magia, e per uno dei suoi fondatori, Georges Melies, straordinario interprete di inizio secolo del cinema fantastico, come regista, attore, montatore, scenografo di decine di film andati perduti a causa della Grande Guerra. «È toccante, divertente, una sorta di festa», ammette Scorsese che in questo suo primo film in 3D esalta la sua passione per il cinema delle origini.
Offre infatti emozioni a man bassa, rispolverando le magiche e preveggenti immagini di alcune sequenze originali del primo film di fantascienza girato da Melies nel 1902 Viaggio nella luna, colorate a mano fotogramma per fotogramma, con la scena culto del razzo lanciato dalla terra che si va a schiantare nell’occhio del satellite terrestre dal volto umano. Nel cast, in ruoli minori, anche Johnny Depp (M. Roleau), Michael Pitt (il proiezionista), Christopher Lee (Sig. Labisse), Emily Mortimer (Lisette) e Ray Winstone (Zio Claude).
Il film è stato girato in gran parte negli Shepperton Studios, in Inghilterra, dove lo scenografo Ferretti ha supervisionato la costruzione del mondo di Hugo con la stazione a grandezza naturale e tutti i suoi negozi, l’intero edificio in cui vive Melies. Purtroppo Gare Montparnasse fu distrutta e ricostruita completamente nel 1969. «La nostra stazione è il risultato dell’insieme di tante diverse stazioni ferroviarie parigine dell’epoca – spiega Scorsese -. Anche la nostra Parigi si basa sulla nostra impressione della città di quegli anni». Non voleva un 3D invadente: è riuscito perfettamente a dare al pubblico l’impressione di sentirsi dentro il film.
La decoratrice Francesca Lo Schiavo confessa di aver avuto “l’ingrato” compito di dover fare shopping nei mercatini di Parigi, supervisionare la riproduzione di poster del 1930-31. Ferretti ha preso spunto dagli orologi che riparava il padre di un suo amico, costruiti per il film da Joss Williams della squadra degli effetti speciali. La sala principale della stazione (lunga 45 metri,larga 36 e alta 12), occupava l’intero teatro di posa dove Scorsese e il direttore della fotografia Robert Richardson hanno ripreso movimenti, trambusto e intrecciato le varie storie, compreso un inseguimento mozzafiato fra l’ispettore e Hugo.
Facile paragonare Hugo Cabret a Harry Potter, per la tenerezza del giovane protagonista, per la storia avventurosa e vintage del film, per l’alleanza dei protagonisti con le temerarie coetanee (Isabelle come la bella Hermione). «Non nascondo che sono un fan di Harry Potter e non credo sia corretto metterli in competizione. Nel film c’è Dickens, Truffaut, Melies ovviamente – ha detto Brian Selznick, autore del best seller che ha ispirato il film, alla presentazione di alcune scene al Festival di Roma – e ancora Jules Verne e il cinema di Jean Vigo».
Un’avventura commovente e dolcissima, un viaggio al centro del cinema, quello perduto e recuperato, a cui Scorsese ha dedicato un pezzo della sua vita che sembra dire: «Chiunque tu sia, sei una parte dell’ingranaggio della vita».