L’umorismo goliardico di Peter e Bobby Farrelly conquistò il grande pubblico con Tutti pazzi per Mary a cui fecero seguito una serie di film (Amore a prima svista, Fratelli per la pelle) capaci di decretare la nascita di una coppia di autori/registi indiscutibilmente padrona dei meccanismi della commedia demenziale. Eppure nel loro ultimo L’amore in gioco abbandonano in parte il loro peculiare e pur sempre discutibile senso dell’humour, per realizzare una commedia romantica con retrogusto sportivo dalle inaspettate proprietà soporifere. Nonostante la presenza di una Drew Barrymore certo abituata ai ritmi imposti da ruoli brillanti, la scelta di Jimmy Fallon come suo partner e la volontà di ambientare l’intera vicenda sugli spalti di uno stadio di baseball, ha contribuito ad appesantire l’insieme rendendolo particolarmente indigesto. Sorvolando sulla performance di Fallon colpevole di essere obbiettivamente poco credibile accanto ad una vivace Barrymore, il colpo di grazia giunge proprio dalla base stessa della realizzazione.
Pur chiarendo che la classica commedia americana sembra aver mostrato il suo ultimo momento vitale con Harry ti presento Sally grazie al quale si è potuto ammirare per un’ ultima volta una particolare commistione di elementi positivi (eleganza, stile, ironia ed una non semplice identificazione dei giusti protagonisti), da due autori come Lowell Ganz e Babaloo Mandel, con all’attivo ben 18 sceneggiature prodotte, ci si aspettava molto di più. Sicuramente più di una commistione tra amore e baseball all’interno della quale umorismo ed intreccio vengono in qualche modo profondamente castrati. Partendo dalla considerazione che molti dei momenti narrati e delle situazioni comiche hanno l’incredibile capacità di cadere nell’oblio dopo solo cinque minuti, i personaggi stessi sembrano essere troppo imbrigliati in schemi da seguire dettagliatamente senza dare alcuna possibilità di respiro. Che a dover sopravvivere sia esclusivamente il baseball (le scene più interessanti sono quelle girate durante una vera partita dei Red Sox) è un vero peccato. Un peccato soprattutto per una Barrymore dotata di una particolare freschezza interpretativa e di un volto decisamente fuori dai canoni capaci di renderla un ottimo “animale” da commedia.
di Tiziana Morganti