Dal 1 al 13 maggio a Roma e dal 15 al 27 maggio a Milano
In barba alla ventilata chiusura del Teatro Brancaccio di Roma, dal 1 al 13 maggio STOMP tornerà a sconvolgere con la sua combinazione unica di teatro, danza e musica lo storico palcoscenico di via Merulana. Lo spettacolo, creato e diretto da Luke Cresswell e Steve McNicholas, che ha girato più di quaranta paesi (a Parigi è rimasto per 43 settimane), proseguirà dal 15 al 27 maggio al Teatro Nazionale di Milano.
Senza trama, personaggi né parole, STOMP mette in scena il suono del nostro tempo, traducendo in una sinfonia intensa e ritmica i rumori e le sonorità della civiltà urbana contemporanea. Con strofinii, battiti e percussioni di ogni tipo, i formidabili ballerini-percussionisti-attori-acrobati danno voce ai più “volgari”, banali e comuni oggetti della vita quotidiana, come pneumatici, lavandini, spazzoloni, riciclandoli, trasformando scope in strumenti, battiti di mani in conversazione, bidoni della spazzatura in percussioni.
STOMP, nato a Brighton (Inghilterra) nel 1991 dalla creatività di Luke Cresswell e Steve McNicholas, ha trionfato in questi ultimi anni nei più importanti festival e teatri del mondo, da Broadway a Parigi, da Los Angeles a Tokyo, sfidando continuamente ogni convenzione sui confini di genere. Un evento rock, un anomalo concerto sinfonico in stile “videoclip”, col senso rapido del tempo, visualizzazione della musica, vortice ritmico nella scansione delle immagini.
Circo, rito tribale, cultura “pop” del rumore, che si fondono in un’opera metropolitana, con una maestosa coreografia urbana, che possiede la furia ritmica e sensuale del flamenco e la precisione del gioco percussivo del tip-tap, il tutto pervaso dall’umorismo del cinema muto dato in prestito alla Pop Art. Una comunicazione forte, diretta, capace di coinvolgere il pubblico di ogni lingua, cultura, generazione, con una sfida ecologica allo spreco urbano affidata alla satira anti-inquinamento. L’intento è il liberare attraverso il ritmo intenso e violento che muove il mondo del terzo millennio, i suoni più comuni e per questo più sconosciuti del nostro tempo.