Trasposizione cinematografica del romanzo di Patrick Galvin Ballata per un giovane straccione, edito in Italia dalla casa editrice fiorentina Ponte alle Grazie, come The Magdalene Sisters di Peter Mullan, la Walsh dà immagini e consistenza narrativa ai soprusi fisici e sessuali di un riformatorio irlandese, questa volta maschile, gestito da preti cattolici. La star del film, Aidan Quinn, riveste i panni di un veterano della guerra civile spagnola, che tornato in patria, non riesce più a trovar lavoro se non in questa “prigione”, in cui i ragazzi vengono trattati come numeri e cosa gravissima, dai loro superiori non hanno imparato né a leggere, né a scrivere. Lui prende a cuore dei tredicenni totalmente condizionati psicologicamente dalla brutalità di Fratello John, un religioso dalle fattezze naziste interpretato con fin troppa bravura da Iain Glen, abituato a entrare con totale disinvoltura in un personaggio bieco, ossessionato dal sesso (l’attore ha recentemente calcato le scene a Londra con Glenn Close in Un tram che si chiama desiderio di Tennessee Williams e ha un background shakespeariano di tutto rispetto) e dall’intransigenza disciplinare, fino a picchiare a sangue i ragazzi più ribelli.
I flashback di William/Aidan Quinn, che nei momenti di pausa dall’insegnamento ricorda la moglie uccisa dai repubblicani franchisti hanno un che di sentimentale che distoglie dall’atmosfera cupa ed allucinata del riformatorio, magnificamente fotografata da Peter Robertson e anche i suoi slanci pedagogici ricordano troppo la pellicola cult americana di fine anni Ottanta sul rapporto insegnante/allievo, ovvero L’attimo fuggente di Peter Weir. Il merito principale della Walsh è di rendere visibile lo squallore di istituzioni di questo genere nella cattolicissima Irlanda, affermando che «Molte di queste specie di scuole erano gestite da sei preti. Erano molto squallide, fredde, i ragazzi erano affamati e lavoravano quattordici, anche sedici ore al giorno». Aidan Quinn alza il tono dicendo che ciò che succedeva lì durante quel periodo, succede tuttora nella Chiesa Cattolica degli Stati Uniti (i casi di pedofilia nel paese sono venuti di recente allo scoperto, con grande clamore massmediatico). Di recente il lungometraggio ha vinto come migliore film al Salerno Film Festival, dopo riconoscimenti in tutto il mondo. A parte le ingenuità stilistiche della cineasta, come si è detto e paragoni importanti con Mullan e Weir, un film da non trascurare, sceneggiato benissimo e con un cast in stato di grazia.
di Vincenzo Mazzaccaro