Un John McTiernan a briglie sciolte dirige un thriller in ambiente militare, ma stavolta il regista di Trappola di cristallo, Caccia a Ottobre Rosso e Predator, si fa prendere la mano dalla contorta narrazione e dall’evoluzione della trama eccessivamente articolata su colpi e colpi di scena, tanto da perdere molto spesso il filo. Arrivati poi al finale, o meglio ai molteplici ripetuti, inutili colpi di scena che vanno a comporre il finale, si sente la necessità di prendere appunti per capire ciò che è successo. Il film si svolge quasi in unità di spazio, le ambientazioni sono pressoché riassumibili a due: la foresta di Panama sede dell’addestramento della squadra incriminata e gli uffici di Fort Clayton dove si svolgono gli interrogatori diretti da Tom Hardy (John Travolta) e Julia Osborne (Connie Nielsen).
Oltretutto la carenza di mezzi produttivi si percepisce non tanto nella pioggia visibilmente digitale che accompagna gli elicotteri in volo di ricognizione, quanto nello girare sempre intorno agli stessi luoghi. Afferma lo sceneggiatore James Vanderbilt “…sapevo che un giorno avrei voluto scrivere una storia che avesse numerosi risvolti e che tenesse in sospeso il pubblico fino all’ultimo istante”. E in effetti così accade, ma i ripetuti molteplici finali in sequenza distruggono tutto quel filo narrativo e deludono un’attesa alacremente costruita per tutto il film. Certo un pregio è sicuramente la performance di attori come Travolta, la Nielsen e Giovanni Ribisi sempre all’altezza delle parti che gli vengono afffidate. Ma i compagni di questo viaggio non fanno perdere quel senso di inadeguatezza delle premesse e delle conclusioni che inevitabilmente ci prende alla gola al termine della proiezione. Basic è un film da ‘cassetta’, non essenziale per il circuito cinematografico date le sue poche variazioni sul tema.
di Alessio Sperati