In scena a Roma al Teatro Lo Spazio “Il muro”, dal 22 gennaio al 10 febbraio
Quanti sono i muri che ci separano dagli altri, che ci rinchiudono, che ci isolano impedendoci di essere visti e sentiti? E quanti sono i muri che abbiamo dentro, quelli che ci siamo creati e che rappresentano limiti e frontiere invalicabili? Cerca di spiegarlo il regista Angelo Longoni che ha scelto il carcere romano di Rebibbia per il debutto di “Il Muro”, la sua piccola opera rock ispirata alle musiche di The Wall, Division Bell e Animals dei Pink Floyd, interpretata da Ettore Bassi e Eleonora con i SoundEclipse (voce Stefano Cacace, Marco Zanni alla chitarra, Emanuele Puzzilli alla batteria, Emiliano Zanni keys & synt, Andrea Agates al basso).
In primo piano una storia d’amore romantica, divertente, arrabbiata, piena di speranza, che ha bisogno per sopravvivere di abbattere tutti i muri con i quali ognuno di noi ha a che fare quotidianamente. C’è un uomo in prigione, una donna che lo aspetta e lo crede innocente, lo ama. Lui si sente colpevole. La galera non è essere dentro… è avercela dentro. Una storia d’amore e di riscatto. Un muro non è sempre una cosa negativa… un muro può imprigionare, ma può anche difendere.
La valenza che il muro porta con sé è non solo sinonimo di segregazione e sopraffazione, ma anche di sospensione di contatto con il mondo. Sono stati molti nella storia della letteratura, della pittura, della fotografia, della musica e del cinema ad utilizzare questo simbolo. Il più famoso e più popolare è sicuramente The Wall l’undicesimo album della mitica band inglese dei Pink Floyd (un doppio concept album pubblicato nel 1979 al quale ha fatto seguito il film nel 1982).
La forza evocativa delle musiche e dei loro testi, la loro valenza simbolica e universale, qui fa da base ad una nuova ispirazione per una storia legata al presente e ai tempi che stiamo vivendo. A distanza di oltre trent’anni dall’uscita di The Wall i muri intorno alla gente del nuovo millennio sono aumentati e i loro effetti sono decisamente più evidenti. Le canzoni del celebre gruppo britannico fanno da contenitore e da base per raccontare la vita di un uomo, di una donna e del loro amore messo a dura prova dall’arresto di lui: uno dei tanti incriminati dell’amministrazione pubblica italiana. Sullo sfondo la corruzione alla quale ormai tutti siamo abituati.
Il senso di colpa, lo scontro con la società, il perdono, il riscatto e l’accettazione verranno vissuti dagli attori in scene realistiche, mentre i testi dei Pink Floyd saranno elaborati e restituiti all’interno dello spettacolo in forma poetica. Dopo la speciale rappresentazione del 18 gennaio a Rebibbia Il Muro sarà in scena a Roma, dal 22 gennaio al 10 febbraio al Teatro Lo Spazio di via Locri a Roma e il 1 marzo alla Stazione Birra.