L’insostenibile invasioni delle tate. Che si chiamano ancora così chissà perché, dato che con le vere tate (di una volta) nulla hanno da spartire. Anche perché spesso sono uomini, e ancora più spesso uomini travestiti da donne. Allora se per Nanny McPhee, Mary Poppins in orrida versione, appena vista sui nostri schermi quel termine era appropriato, non potremmo dire lo stesso per il Vin Diesel che lo scorso anno abbiamo visto affaccendato tra pannolini e pistole e neppure per la tata rientrata nel grasso strabordante di Big Mama per farsi accogliere (come tata appunto) dalla famiglia del cui papà deve scoprire intrighi e complici. In questo FBI operazione tata, che già nel titolo contiene tutto il film e molto di più, la tata col sederone posticcio e la pistola è ancora Martin Lawrence, già inventivo agente nel Big Mama di inizio secolo ma è solo, senza Terrence Howard e Paul Giammatti (allora ignoto) che non cambiavano l’ordine delle cose ma le sostenevano meglio, mentre qui tutto è nel ritmo ‘en travesti’ dell’agente che, come al solito, deve vedersela con tutti, delinquenti, moglie al nono mese di gravidanza, nuova famiglia da accudire, cuccioli difficili, agenti imbranati e le solite pallottole che non mancano mai ma che, si sa, in un film per famigliole, è come se fossero di pasta di mandorla. Per gli amanti del genere, i non schizzinosi amanti Eddie Murphy (perché agli altri potrebbe irritare tanta cartacarbone), i bambini purché davvero piccini e quelli che sanno accontentarsi, magari dell’enorme big mama in versione Bo Derek, che esce dalle acque e si agita in costume sgambato e bionda cascata di treccine.
di Silvia Di Paola