Il mondo ha bisogno di eroi. La famiglia Travis ne aveva uno, si chiamava Matt, campione di nuoto e record-man della sua scuola. Ma c’era un piccolo particolare di cui nessuno era a conoscenza, e cioè che Matt odiava il nuoto, e ancor di più il fatto di trovarsi di fronte ad un vicolo cieco. Il risultato è un atroce suicidio del ragazzo. I Travis trovano molte difficoltà ad elaborare il lutto. Il padre Ben (uno straordinario Jeff Daniels) non si vuole rassegnare ad aver perso il suo più grande motivo di orgoglio e ad ogni pasto pretende che venga riempito un piatto anche per Matt e sistemato dove lui era solito sedersi. La madre Sandy (la sempre grande Sigourney Weaver) è la più forte caratterialmente ma anche quella sulle cui spalle grava più pesante la perdita. La figlia Penny (la Michelle Williams di Dawson’s Creek) si rifugia nel college, mentre il figlio minore Tim (Emile Hirsch di Lords of Dogtown) è il sismografo umano della famiglia Travis: attraverso i suoi occhi e con l’aiuto del suo stesso racconto, veniamo a conoscenza dei fatti, dei segreti, delle bugie e delle mezze verità della sua famiglia.
Di fronte ad una madre hippie e ad un padre che continua a ripetere che “lui non sarà mai come suo fratello”, Tim sceglie la via dell’outsider, anche nelle nuove frequentazioni. Lontano da tutti, ma non dalla madre-amica che lo capisce talmente tanto da farlo sentire, a volte, messo a nudo. Lontano da stupide convenzioni e visi ipocritamente contriti. Durante il ricevimento funebre la Weaver assiste attonita ad un colloquio tra due invitate: «I momenti più importanti della nostra vita – l’una dice all’altra – si disperdono e non si possono recuperare…è per questo che Joe vuole comprare una videocamera». Quanto il mondo abbia bisogno di eroi, veri o immaginari che siano, lo sa bene anche il giovanissimo regista Dan Harris, che scrisse la sceneggiatura di Imaginary Heroes a 22 anni (oggi ne ha 25), e la spedì, tra gli altri, a Bryan Singer che lo volle con sé in alcuni nuovi progetti come X-Men 2 ed il Superman Returns di prossima uscita. Il consiglio di Singer era di mettersi appena possibile al lavoro per realizzare quella sceneggiatura, ed ecco Imaginary Heroes, film brillante, adatto al contesto di un festival come quello di Toronto, dove è passato l’anno scorso, seppur limitato dalla “svolta narrativa ad ogni costo”, dalla ricercatezza del colpo di scena, ovvietà perdonabile ad un accanito lettore di fumetti. Di tempo ne ha per migliorare.
di Alessio Sperati