Tratto da un fumetto di Alan Moore (From Hell e Watchmen)e Kevin O’Neill, il film racconta la storia fantastica di una Lega, appunto di uomini straordinari, di cui fanno parte Dorian Gray, la ‘donna vampira’, Jekyll/Hyde, l’uomo invisibile, il Capitano Nemo e l’agente Tom Sawyer, guidati dall’esperienza di un prode e vegliardo avventuriero come Allan Quatermain. Il loro patto volgerà a una lotta all’ultimo sangue per identificare un traditore e salvare il mondo dal pazzo megalomane “Phantom”, il cui obiettivo è quello di servirsi delle qualità di ciascun personaggio, per ottenere la formula vincente e opprimere l’umanità.
Le prime immagini (come sempre di presentazione) descrivono la città di Londra con tinte fosche, quasi argentate, rese ancora più cupe dall’ottimo lavoro fotografico del danese Dan Lausten, e la rovente Nairobi dove placido e indifeso siede Quatermain, intento a ingollare bicchieri di gin dimentico dei trascorsi da eroe. Le scene d’azione funzionano (la sparatoria nello studio è veramente divertente) ma tutto sommato la prima parte provoca molti sbadigli e qualche guizzo, come l’inseguimento notturno in una Parigi mai così ipnotica. Curiosa la sequenza della caccia alla spia, girata durante il carnevale di Venezia, una corsa contro il tempo per smascherare un impostore perdutosi tra la folla di uomini e donne accuratamente camuffati e mescolati dal chiarore della luna.
Con il passare dei minuti, comincia a prendere forma la sceneggiatura di James Dale Robinson e si conoscono meglio i personaggi, soprattutto le loro condanne: Dorian, è imprigionato nella sua immortalità, mentre il famoso ritratto invecchia e si dissolve; Jekyll si trasforma con maggiore frequenza, e non riesce a tenere a freno l’impeto bestiale della sua creatura; Quatermain ha ancora negli occhi il vivo ricordo del figlio perduto in battaglia, e Mina mostra sul collo i segni di una maledizione scagliata dal più popolare conte della Romania. La leggenda degli uomini straordinari, rilancia attraverso il fumetto il romanzo d’avventura, ma fallisce, quando allo scopo di caratterizzare i personaggi, finisce per esagerarne i modi e gli atteggiamenti: non si è mai visto un uomo invisibile così ridicolo, lontano anni luce dal fantastico scienziato inventato da H.G.Wells, portato sullo schermo sia da James Whale che, come figura romantica e melanconica da John Carpenter; anche Hyde, avulso dalle descrizioni lugubri e misteriose di Stevenson, appare un pupazzone alla Hulk; il Capitano Nemo una sorta di Maraja esperto di arti marziali presenti ormai anche negli spot pubblicitari.
Gli unici a sfuggire da questi “eccessi speciali” sono Dorian Gray, perfetto nella tenuta da ‘dandy’, attratto e respinto dalla propria invulnerabilità, Mina, la moglie del famoso ospite di Dracula, divenuta ormai una preda delle tenebre e Quatermain ironico e beffardo come l’attore che lo interpreta. La pellicola dimostra ancora una volta come senza un robusto sviluppo narrativo sia difficile trasportare il mondo dei “comics” sul grande schermo, rischiando di ottenere un prodotto piatto e raffazzonato.
di Ilario Pieri