Un elfo colorato saltella felice nel bosco. Improvvisamente, la voce fuori campo dello scrittore Lemony Snicket (nella versione originale è quella di Jude Law) avverte lo spettatore che sarà ben altro quello che vedrà, qualcosa di veramente “sgradevole”. A lui la scelta, dunque: in fondo “può sempre abbandonare la sala per un’altra proiezione…”. Tratto da una miscela di Un infausto inizio, La stanza delle serpi e La funesta finestra – tre libri (degli undici finora che compongono la serie) del misterioso Lemony Snicket (il cui vero nome, “probabilmente”, è Daniel Handler), capace di vendere oltre 27 milioni di copie in tutto il mondo – il film diretto da Brad Silberling (Casper, City of Angels, Moonlight Mile) è imperniato sulle tristi vicende che caratterizzano l’esistenza dei tre orfanelli Baudelaire: la primogenita Violet (Emily Browning), una delle migliori inventrici quattordicenni del mondo, il dodicenne Klaus (Liam Aiken, già figlio di Tom Hanks in Era mio padre), topo di biblioteca conoscitore di un’infinità di libri e la piccola Sunny (interpretata dalle gemelle Kara e Shelby Hoffman), particolarmente propensa a mordere tutto quello che trova, perdono gli amati genitori in seguito ad un incendio.
Da questo momento in poi saranno perseguitati dal malvagio Conte Olaf (un Jim Carrey fenomenale, nuovamente chiamato a dar sfoggio delle sue doti trasformistiche), pronto a tutto pur di farsi affidare la loro custodia, accecato dalla possibilità di metter mano sul loro patrimonio. Atmosfere sinistre, humour nero, interpreti in stato di grazia (oltre al già citato Carrey, Meryl Streep è perfetta nei panni della quanto mai ansiosa zia Josephine e Dustin Hoffman – in un cameo non accreditato – è uno spassosissimo critico teatrale) per un lavoro intenso e divertente, supportato da una visionarietà mai fine a se stessa: gli effetti speciali si fondono magnificamente con il senso narrativo delle immagini, creando con intelligenza suggestioni particolari (la sequenza della casa a strapiombo sul lago, tanto per ricordarne una), coinvolgendo fino al termine dei titoli di coda, notevoli come tutto il film.
di Valerio Sammarco