Esordio al gusto di cioccolato per Claudio Cupellini. Dopo aver realizzato uno degli episodi del film 4-4-2 Il gioco più bello del mondo ( 2006), firma il suo primo lungometraggio prodotto da Cattleya e da Universal, per la prima volta coinvolta in una pellicola tutta italiana. Lezioni di cioccolato, interpretato da Luca Argentero e Violante Placido, è una commedia gestita con freschezza ed armonia che, approfittando del centenario della Perugina, realizza un excursus attraverso i segreti ed i piaceri del più famoso tra i cibi degli dei. “ Ho cercato di dimenticare tutta la cultura sul cioccolato ed i vari riferimenti cinematografici – ammette Cupellini – Siamo partiti come un treno, poi qualcuno ha tirato il freno ma eravamo arrivati all’ultimo giorno di riprese.” La sceneggiatura, scritta dall’esperto Fabio Bonifacci, intessa una storia frizzante ed originale dove la normalità della quotidianità s’intreccia con situazioni ad alto tasso di comicità. Mattia ( Luca Argentero) è un giovane geometra “rampante”, senza scrupoli e sempre al limite della legalità. Il suo motto è qualità al minor costo, il che prevede l’utilizzo di materiali scadenti e l’assenza di qualsiasi forma di protezione nei suoi cantieri. L’incidente di Kamal, un operaio egiziano assunto in nero, lo costringe a ad accettare una proposta assurda. Pur di evitare una denuncia Mattia diventa Kamal e s’impegna a frequentare il corso per cioccolatieri al suo posto. Da questo momento in poi prende corpo la vicenda e con essa un susseguirsi di situazioni paradossali e coinvolgenti grazie alle quali il divertimento è assicurato. Sottoposto a delle sedute intensive di lettini abbronzanti per assumere un colorito vagamente “africano” e costretto ad un look sicuramente più casual, il rampante Mattia acquisisce un chiaro accento egiziano che, lungo il percorso narrativo perde la connotazione macchiettistica e si fa sempre più naturale. In questo gioco di personalità sdoppiate o sovrapposte, dove la frase chiave sembra essere “Io Kamal, tu Kamal, tutti Kamal”, il cioccolato si fa largo come co-protagonista stuzzicando ed accendendo ogni senso, senza alcuna distinzione.
“ Quando ho letto la sceneggiatura ho iniziato a ridere dall’inizio alla fine, ma ho anche pensato che si trattava di un bel rischio per un attore giovane come me – ammette Argentero, che stupisce favorevolmente per una interpretazione gestita con grande senso della commedia – Ci siamo concentrati particolarmente sull’equilibrio che si voleva dare all’interpretazione e all’intera vicenda. Ci sono commedie che hanno delle connotazioni paradossalmente e chiaramente finte fin dall’inizio. Ed il pubblico accetta questo gioco e fa finta di crederci. In questo caso, però, abbiamo lavorato molto su di un realismo che fosse credibile.” Lezioni di cioccolato s’inserisce di buon diritto nella tradizione cinematografica legata al mondo culinario ( Chocolat, Fragole e cioccolato, La Fabbrica di cioccolato e l’ultimo arrivato Ratatouille) mantenendo, però, una connotazione personale e provinciale. A definire la sua originalità una tematica di fondo come quella dell’immigrazione non facilmente gestibile e di grande attualità in questo momento. Un rischio narrativo che Bonifacci ha deciso di accettare nella stesura di una sceneggiatura leggera, aggrappandosi proprio alle tradizioni del genere senza rinunciare ad una sottile vena polemica. “ Il problema è cosa vogliamo che sia la commedia. Se la intendiamo solo come torte in faccia, linguaggio colorito e varie espressioni corporee allora possiamo considerarla esaurita. Ma in Italia abbiamo una grande tradizione che non dobbiamo assolutamente gettare e dimenticare. La commedia ha il grande compito di parlare del mondo reale con il tono giusto ed un piccolo pensiero dentro.”
di Tiziana Morganti