Coppia improbabile sullo schermo come nella vita, Matthew McConaughey e Penelope Cruz si fanno largo tra deserti e cammelli per il loro necessario quanto inevitabile esordio nel cinema d’azione. L’occasione è la trasposizione cinematografica di uno dei tanti romanzi di Clive Cussler, il dodicesimo per la precisione, ad opera del quasi esordiente Breck Eisner, figlio dell’ex direttore esecutivo Disney. Come il Jack Ryan di Tom Clancy, l’eroe di Cussler è unico, si chiama Dirk Pitt e, cinematograficamente, assume un altro volto a distanza di 25 anni dal Richard Jordan di Blitz nell’Oceano. Oggi è Matthew McConaughey, il macho texano di EdTv e Come farsi lasciare in 10 giorni, a raccoglierne il testimone. L’avventura si svolge in Africa, dove Pitt si dirige con il suo avveniristico fuoribordo per trovare un tesoro di inestimabile valore e presumibilmente nascosto nella misteriosa “Nave della morte”, una sperduta nave da guerra che risale al periodo della Guerra Civile americana. Sul posto c’è anche la dottoressa Eva Rojas (la Cruz in versione “medici senza frontiere” con “toppino” militare) ad indagare su una misteriosa epidemia che sta uccidendo centinaia di persone. Dirk e il suo impacciato compagno Al Giordino (Steve Zahn) devono vedersela anche con pericolosi contrabbandieri con potere di vita o di morte sugli abitanti di quelle terre e tra i quali risalta per il suo charme il “Merovingio matrixiano” Lambert Wilson. Tra inseguimenti via terra e via fiume, sparatorie, esplosioni e sotterfugi, i nostri eroi cercheranno di salvare la pelle.
Come decalcomanie “stick-up” provvisoriamente incollate su scenari preparati, i protagonisti di questo film, tutti caratterialmente ben definiti vengono “appoggiati” su un’ambientazione tutto sommato affascinante e anche ben fotografata. Pitt è l’eroe muscoloso, apparentemente cinico e distaccato, in realtà tenerone; la Cruz è l’elemento romantico, ideologico, ambientalista inserita nel tentativo di dare un po’ di spessore al tutto; Steve Zahn è l’elemento comico indispensabile. Un action-movie da intrattenimento spicciolo dunque, senza doppi sensi o significati reconditi, costruito a metà tra un Indiana Jones e un Bond-movie ma riuscito come la brutta copia de Il gioiello del Nilo, anche perché in ogni caso si trattava di cast di ben altro calibro. Rimane comunque un buon giocattolo per produttori con possibilità di clonazione: questo, come dichiarato dal regista, potrebbe essere l’episodio pilota per una serie di film basati sulle avventure di Dirk Pitt (la produzione ha a disposizione ben 18 libri da saccheggiare). Se il film divertirà gli spettatori un decimo di quanto ha divertito gli attori che non solo hanno viaggiato per Marocco, Spagna e Inghilterra ma si sono anche fidanzati, c’è da ben sperare.
di Alessio Sperati