Ci sono film che lasciano interdetti per ciò che mostrano, altri per il modo in cui descrivono l’oggetto del proprio racconto. The Mother, di Roger Michell, risulta a metà strada tra le due categorie, in quanto da un lato colpisce per la tematica affrontata, l’amore fisico e intellettuale tra una donna anziana e un uomo giovane, dall’altro sconvolge per la maniera in cui il regista, coadiuvato dallo sceneggiatore Hanif Kureishi, analizza il percorso psicologico che porta la protagonista dalla vedovanza alla relazione sessuale con il fidanzato della figlia; un lucido ritratto di una rinascita, di un ritorno alla vita, della riscoperta del proprio corpo e delle proprie emozioni. Attraverso piccoli gesti, sguardi e sorrisi, lenti movimenti di macchina, primi piani e campi totali, dettagli su corpi e oggetti, il regista Michell (una vera e propria sorpresa da parte di uno che al suo attivo ha pellicole quali Notting Hill e Ipotesi di reato) costruisce quasi un saggio sulla terza età, in cui la lentezza, i tempi morti, le parole appena sussurrate e i suoni ovattati assumono significati importanti e creano un sottofondo adeguato e necessario al racconto. A far brillare di luce propria il film è poi la presenza di Anne Reid, attrice straordinaria e coraggiosa, che non si vergogna di mostrare il corpo nudo e sfatto, il viso rugoso, i difetti di una donna giunta al limite della propria esistenza. È lei che riesce a far accettare allo spettatore la pur scandalosa relazione che intreccia col giovane operaio, grazie a un’intensità e un’eleganza nei gesti e nella recitazione che trasformano il film in un prodotto delicato e raffinato. Merito dell’attrice è pure quello di esser capace di rendere le scene di sesso in modo realistico, mai eccessivo o sconveniente. Apprezzabile sotto molti punti di vista è la scelta del regista di mostrare la scoperta del legame fisico tra l’anziana e il giovane attraverso l’originale espediente di alcuni disegni realizzati dalla stessa protagonista, evitando così ogni soluzione banale o volgarmente gratuita. Infine, non trascurabile è la decisione di ambientare la storia nella città di Londra, in angoli facilmente riconoscibili ma poco sfruttati al cinema, luoghi ideali in cui perdersi nelle proprie emozioni e ritrovare se stessi.
di Simone Carletti