Terry Gilliam estrae dal suo cilindro magico un’altra esperienza cinematografica a metà strada tra fantasia e realtà. Dopo due anni d’attesa esce finalmente nelle sale italiane dal 31 ottobre Tideland – Il mondo capovolto, tratto dall’omonimo romanzo di Mitch Cullin edito Fazi Editore, un libro divertente, toccante e disturbante come lo stesso Gilliam lo ha definito. Per questo motivo probabilmente la trasposizione cinematografica non si discosta molto dall’opera letteraria. “ Ho cercato di rimanere fedele al libro – ammette Gilliam – quindi ho cambiato solo la voce narrante per rendere maggiore l’effetto della suspance finale.” Premiato con il FIPRESCI e mostrato già al San Sebastian International Film Festival e al Festival dei Due Mondi, Tideland è il viaggio nel mondo fantastico ed al tempo stesso crudele di Jeliza Rose ( Jodelle Ferland) , una bambina precoce di dieci anni che vive con dei genitori entrambi tossicodipendenti. Una moderna Alice nel paese delle meraviglie che, per sfuggire alla sua solitudine comincia a costruire intorno a se un mondo immaginario fatto di lucciole dai nomi originali, scoiattoli parlanti ed un misterioso squalo di ferro da dover sconfiggere. “ Questo film risponde all’isteria collettiva che domina i mezzi di comunicazione a proposito dei bambini. Vengono ritratti come vittime, dai giornali e dalle televisioni, mentre sono convinto che i bambini siano pieni di risorse.” Per dare voce a questa infanzia così autonoma e reattiva Gilliam ha scovato, dopo ben 400 provini, il talento non così nascosto della giovanissima Jodelle Ferland ( al suo attivo ha 25 film per la televisione), capace d’impadronirsi totalmente del film. “ Jodelle è una bambina speciale, un vero genio. Abbiamo deciso di lasciarla libera di decidere cosa fare sul set . Mi sembrava stupido che un uomo sessantenne le dovesse dare consigli su come comportarsi o cosa provare. Ci ha lasciati tutti di stucco. E’ stata lei ad aggiungere molto alla storia. Molto di ciò che vedete sullo schermo è farina del suo sacco.”
Se lunga ed incerta è stata la ricerca di una perfetta Jeliza Rose, non altrettanto è accaduto per il personaggio di Noah, interpretato da Jeff Brigdes. “ Volevo che Jeff interpretasse il padre di Jeliza fin dall’inizio perché il pubblico deve amarlo e sentire attraverso l’attore l’affetto che la bambina prova per il padre. E’ un drogato ed un cantante rock senza più successo, ma nel momento esatto in cui Jeff entra in scena il pubblico si scalda per lui.” Da tempi del Monty Python, passando per i grandi successi come Brazil, La leggenda del Re Pescatore, Paura e delirio a Las Vegas, fino ad arrivare a I Fratelli Grimm e l’incantevole strega, ogni singolo progetto di Gilliam ha incontrato delle difficoltà quasi sempre di natura economica. “ Non riesco ad immaginare nulla di più pauroso e terribile che avere per una volta tutti i soldi per realizzare i miei progetti. Lavoro meglio quando mi sento compresso dalla problematica di qualche limitazione. Se avessi tutto e subito probabilmente non saprei proprio dove mettere le mani e la creatività si dissolverebbe.” Attualmente è in lavorazione il Dott Parnassus con Heat Ledger, Verne Troyer e Tom Waits, mentre è ancora una chimera il progetto Don Chisciotte per cui Gilliamsognerebbe una collaborazione con Johnny Deep. “ Perchè mi piace lavorare con lui? Innanzi tutto perché è tanto basso e brutto da farmi sentire altissimo e molto bello, ma soprattutto perchè è una vera gioia collaborare con lui. E’ divertente, intelligente e non ha paura di nessuna trasformazione. La sua vanità non si sovrappone mai al processo creativo del film.”
di Tiziana Morganti