Adrenalinico sci-fi di matrice giapponese, questo Returner del regista Takashi Yamazaki – impegnato in passato in manga come Giant Robot e nella progettazione dei personaggi principali del primo capitolo del videogame Onimusha– ruba situazioni ed effetti speciali da tanti blockbuster ben noti, da Matrix ad Alien fino a Terminator. Vediamo impegnato un Takeshi Kaneshiro appena sceso dal palcoscenico, con capelli lunghi e trench nero di pelle, nel dare la caccia al suo arcinemico Mizoguchi (Goro Kisihitani), capo di una importante succursale delle triadi cinesi. Tra di loro arriva Milly (Ann Suzuki) che spiega di provenire da un futuro prossimo per prevenire la distruzione della Terra ad opera degli extraterrestri. Fin qui niente di nuovo. A questo punto la storia si divide tra lo scetticismo “contemporaneo” di Miyamoto (Kaneshiro) e i salti nel 2084 dove le navi aliene fanno ormai parte dell’arredamento. Anche il cattivo Mizoguchi viene a conoscenza dei fatti e cercherà di entrare in possesso dell’unica nave spaziale aliena in possesso dei terrestri, conservata da una speciale agenzia governativa (vediIndipendence Day).
Una delle scene più gustose del primo tempo è quella in cui Milly dà a Miyamoto una dimostrazione pratica del congegno temporale che porta al polso gettando in aria una tazzina piena d’acqua, facendo un balzo in avanti e tornando indietro in tempo per raccogliere la tazzina e tutta l’acqua che conteneva. Il ritmo accelera gradatamente e le scene alla Indipendence Day – con la navetta aliena custodita sulla Terra che si ribella ai suoi “custodi” – lasciano il posto a ben più adrenalinici inseguimenti e sparatorie alla Matrixcon un uso sistematico del “bullet time”. Certo non si può dire Returner un film molto originale, ma è diretto e interpretato molto bene: Kaneshiro e Suzuki mostrano una personalità e un coinvolgimento maggiore di altre coppie come Keanu Reeves e Carrie-Anne Moss. Anche i personaggi di contorno hanno un certo spessore, dal villain Mizoguchi all’anziana signora che procura i lavori a Miyamoto, una sorta di Oracolo. In effetti il divertimento maggiore nel vedere questo film è trovare tutte le corrispondenze con i più grandi sci-fi del passato, da E.T. a Ritorno al futuro, da Matrix a Indipendence Day.
di Alessio Sperati