Secondo i maggiori studiosi del maestro della narrativa dell’orrore Howard Phillips Lovecraft, lo stesso non si sarebbe mai mosso dalla sua abitazione a Providence, o, quantomeno, non c’erano tracce di un suo interesse per l’Italia, almeno fino al 2002, data in cui il giornalista e scrittore Roberto Leggio trovava su un banco di antiquaria a Montecatini una lettera redatta dallo stesso Lovecraft e indirizzata al suo amico di penna Alfred Galpin, ivi residente nei primi del secolo. La lettera, autenticata dallo specialista Sebastiano Fusco, è una sorta di diario di viaggio, datato 1926, alla scoperta di alcune località del Polesine e delle loro tradizioni popolari, meglio note come i “Racconti del Filò”, in cui vi sono tracce di un’antichissima confraternita che dal ‘600 opera inusuali riti religiosi e venera una misteriosa creatura acquatica molto simile al protagonista della letteratura di Lovecraft posteriore al 1926. Da qui l’idea di ripercorrere quelle tappe con una piccola troupe cinematografica e unidici giorni di riprese, partendo dalla cittadina di Loreo, dove nel 1997 un laureando dell’Università di Padova, autore di una tesi dove si ipotizzavano legami tra le credenze locali e le creature mitiche dell’immaginario orrorifico Lovecraftiano, scomparve misteriosamente.
Il film è l’ampliamento del documentario H.P.Lovecraft – Ipotesi di un viaggio in Italia, sempre degli stessi autori e presentato alla recente Mostra del Cinema di Venezia. Presa ora la forma della docufiction, l’opera tutta italiana prodotta dalla Digital Desk (Radio West) di Piergiorgio Bellocchio, si muove in bilico tra i generi operando qualche forzatura lungo il percorso e fiacchi tentativi di “thrilling”. Il paragone con l’americano Blair Witch è inevitabile sia per la forma che per il contenuto: un mistero popolare locale, narrato con l’ausilio di diversi formati (letterari grazie all’universo romanzesco di Lovecraft stesso, cinematografici per il progetto in sé e fumettistici grazie al felice accordo con la Bonelli sfociato in uno speciale “Martin Mystere” in uscita il 18 luglio 2005). Scontato l’interesse del progetto per gli appassionati del grande maestro dell’horror, quello del pubblico comune ci può essere solo se ci si cala nello spirito anche un po’ goliardico del progetto stesso.
di Alessio Sperati