Paura, inquietudine, sospetto, ambizione, dolore, affetto, amicizia, premonizioni… Non c’è sentimento o aspetto della vita che non possa essere violentemente dissacrato. Per David Zucker, il pioniere del cinema demenziale che diresse L’aereo più pazzo del mondo, non esiste niente di intoccabile, niente che possa sfuggire alla distruzione attraverso la parodia. Così, in Scary Movie 3, il regista “gioca in casa” attaccando a piacere le pellicole che più lo hanno ispirato nella passata stagione, senza distinzioni di origine o di botteghino. Gli spettatori più affezionati si sentono tra mura familiari ora che, arrivati al terzo capitolo di questo sempreverde ciclo di parodie, si ritrovano a vedere sotto una nuova luce i film che li hanno tormentati solo pochi mesi prima. Dopotutto, il miglior modo per esorcizzare la paura è riderci sopra… Ma questa volta non sono solo gli horror ad essere fatti a pezzi. Se da un lato la passata stagione era stata molto produttiva in questo genere, fornendo agli sceneggiatori molta ottima materia prima su cui lavorare, dall’altro anche molte pellicole di diverso tipo hanno furoreggiato nelle sale di mezzo mondo.
Ecco che allora, insieme a Signs e al chiacchieratissimo The Ring, gli sceneggiatori Craig Mazin e Pat Proft hanno scelto di adattare anche 8 Mile e qualche aspetto della trilogia di Matrix lasciando invece fuori pellicole più “predisposte” come Al calare delle tenebre e They – Incubi dal mondo delle ombre, tanto per citarne un paio. Del resto, per la parodia, la riconoscibilità dell’argomento di cui si sta parlando è essenziale perché il gioco funzioni. Ed ecco allora una sceneggiatura perfettamente orchestrata che mescola gli ingredienti perché la torta riesca di nuovo e incastra alla perfezione i vari pezzi, accosta, amalgama e talvolta sovrappone i personaggi provenienti dalle varie pellicole. Il tutto sempre all’insegna del politicamente scorretto, come il bambino lasciato al prete babysitter che ironizza pesantemente sullo scandalo recentemente scoppiato negli States riguardante la pedofilia dei prelati.
Il cast si lancia in interpretazioni tanto improbabili quanto straordinarie, con un Charlie Sheen assolutamente perfetto, che si prende sul serio dalla prima all’ultima battuta rendendo tutto ancor più surreale e irresistibile. Ottima anche Anna Faris, la bionda protagonista che si sta facendo strada all’interno del genere e si lancia da un’imitazione all’altra senza troppi dubbi o discriminazioni. Una vera perla è poi l’episodio introduttivo dove Pamela Anderson e Jenny McCarthy, terrorizzate dalla scoperta che le radiazioni di una comune TV riducono i centimetri di silicone, spengono e si danno a giochi innocenti e crudelissimi come solo le donne sanno fare, si lanciano oggetti, si picchiano con i cuscini, si rompono sedie sulla schiena e si provocano piccoli tremendi fastidi (come Pam che tira al massimo il perizoma di Jenny. Ahi!). Oltre a Queen Latifah nel ruolo dell’Oracolo, molte star della musica black hanno voluto far parte del cast. Da veri fan della serie, non si sono accontentati di cantare solo la colonna sonora. Ecco allora, nel ruolo di se stessi, Fat Joe, Macy Gray e… Provate a riconoscerli tutti!
di Federica Aliano