Continua la guerra ancestrale tra vampiri e Lycan (licantropi). A tre anni dal primo Underworld, Len Wiseman riporta sullo schermo l’atletica quanto sensuale vampira Selene (Kate Beckinsale), nuovamente affiancata dall’ “ibrido” Michael (Scott Speedman), per farla scontrare con Marcus (Tony Curran), il più anziano della generazione dei signori della notte, intento a liberare dall’eterna prigionia il fratello gemello, nonché licantropo, William (Brian Steele). Ed a sostenerli troviamo il primo vero immortale della dinastia, tale Alexander Corvinus (Derek Jacobi), padre di Marcus e William. Cosa dire del sequel di un prodotto già poco originale di suo, evidente frullato di stereotipi saccheggiati da titoli del calibro di Blade, Il corvo e Matrix? Cominciamo subito con il precisare che, dal punto di vista dell’intrattenimento, questo Underworld: Evolution è sicuramente superiore rispetto al suo predecessore, con momenti action che comprendono un notevole combattimento su un autotreno ed uno scontro finale dagli spettacolari e distruttivi esiti.
Ma il lato horror che fine ha fatto? Al di là degli uomini lupo dall’affascinante design (ed i migliori sono quelli non digitali, L’ululatoinsegna), abbiamo una trama che non fa altro che complicarsi inutilmente con vari intrecci generazionali licantropico-vampireschi, i quali poco destano l’attenzione dello spettatore. Wiseman sembra porsi soltanto il problema di rendere il film spettacolare quanto basta per i gusti dello spettatore amante dei videogames e del catastrofismo fine a se stesso, il quale porta non pochi soldi al box office. E allora dobbiamo accontentarci di sparatorie ed inseguimenti costruiti su misura per la bella Beckinsale, la quale, memore probabilmente delle prodezze di Milla Jovovich in Resident Evil, spara con due pistole come John Woo ci ha abituati (ma ora non tiriamo in ballo i maestri della Settima Arte). Per il resto, abbiamo un attore di fama teatrale come Derek Jacobi e, per gli adolescenti, una storia d’amore che porterà anche la protagonista a lasciarci intravedere il suo seno. Anche questo fa incasso…
di Mirko Lomuscio