Prodotto dalla emergente Extreme Movies s.r.l., i cui fondatori si propongono di analizzare, all’interno dei film che finanziano, la realtà che ci circonda, per poter stimolare lo sviluppo di una società migliore, L’uomo spezzato è il terzo lungometraggio di Stefano Calvagna, che ne è anche il protagonista, già responsabile di Senza paura (1998) e Viaggio all’inferno (2004), ed ha come interpreti la Federica Sbrenna e la Giulia Elettra Gorietti di Caterina va in città (2003), la Giusi Cataldo di Compagni di scuola(1988), Valentina Pace e gli intramontabili Flavio Bucci ed Ivo Garrani. Racconta la storia del professore trentacinquenne Stefano Malavasi, sposato con Silvia, donna dal carattere poco accondiscendente, e padre del piccolo Lorenzo, il quale mantiene con i suoi allievi un rapporto confidenziale. Laura Benussi, tredicenne con ambizioni da velina, figlia di genitori separati e che, quindi, vive con la madre Vanessa ed il suo compagno Mauro, è una sua alunna, segretamente innamorata di lui e terribilmente gelosa di Anna, insegnante di educazione fisica, nonché amica e confidente con cui Stefano può parlare dei suoi problemi coniugali. La ragazza arriva prima a provocare scompiglio nella sua famiglia, facendo credere a Silvia, sotto segreta identità, che l’uomo abbia una relazione con Anna, poi, con la complicità della compagna Sara, lo accusa di averle mosso molestie sessuali.
«L’uomo spezzato è nato da un’idea ispirata al caso del professore di Camerino, poi l’ho ampliata aggiungendovi la disattenzione dei genitori nei confronti dei figli, i quali usano liberamente la televisione ed nternet, e vuole anche essere una critica ai mass-media, che sbattono il mostro in prima pagina senza riabilitarlo successivamente». Così Stefano Calvagna descrive il suo nuovo lungometraggio, all’interno del quale pone immediatamente in evidenza il differente tenore di vita casalingo che caratterizza le vite di Laura, totalmente trascurata dai genitori, e l’amica Sara, molto seguita e che vanta un nucleo familiare unito. E L’uomo spezzato, purtroppo, che avrebbe probabilmente funzionato meglio in televisione, presenta non poche pecche, che vanno dalla recitazione scadente di Valentina Pace e dello stesso Calvagna, alla ridicolezza di alcuni dialoghi, all’eccessiva ricerca di lirismo che, all’interno di lunghe sequenze musicate dal livornese Riccardo Della Ragione, non fa altro che conferire un sapore amatoriale al tutto. Però il resto del cast lavora bene e lo script, in cui gli eventi risultano ben incastrati per poter garantire una visione tutt’altro che noiosa o di difficile comprensione, riesce pienamente a sensibilizzare l’attenzione degli adulti nei confronti dell’esasperato arrivismo dei viziati giovanissimi che popolano la società moderna, pericolosamente esposti ad internet, oltre a lanciare una feroce critica nei confronti dei giornalisti, tanto che l’improbabile fotografia del pedofilo sulla prima pagina dei quotidiani, sicuramente ingenuità di sceneggiatura, finisce per risultare funzionale allo svolgersi della vicenda.
di Francesco Lomuscio