Un film per ragazzi come da tempo non se ne fanno più in Italia, un invito alla speranza, alla libertà, dedicato all’infanzia per far parlare i bambini ai bambini, regalare loro una magia. E’ Glassboy, scritto e diretto da Samuele Rossi liberamente ispirato al romanzo Il Bambino di Vetro di Fabrizio Silei con Loretta Goggi, Giorgia Wurth, Giorgio Colangeli, Andrea Arru, Massimo De Lorenzo, David Paryla. Doveva uscire nei cinema e invece, causa Covid, dal primo febbraio arriva sulle maggiori piattaforme, prodotto da Solaria, Peacock, Wildart con Rai Cinema, miglior film europeo per ragazzi dell’Ecfa di Tallin e molto apprezzato anche al Festival di Giffoni.
Ispirandosi a film per ragazzi come E.T o i Goones, Giamburrasca, i Ragazzi della via Pal, il trentaseienne regista lucchese affronta tematiche sociali attraverso una delicata favola su temi cardine dell’infanzia come l’amicizia, la voglia di libertà, la paura della separazione, l’isolamento, la fragilità, l’emancipazione. L’uscita in tempi di pandemia, con i bambini davvero rinchiusi in casa, rende il film particolarmente attuale.
Realizzato con un viaggio di due mesi e mezzo tra Austria, Liguria, Toscana, Lazio, Calabria, con ragazzini portatori di energia e di entusiasmo che si sono impegnati e divertiti a rendere questa favola ricca di magia, tra sfrenate gare in bicicletta e senza la schiavitù di telefonini . “Sembra un film americano, è sincero, non edulcorato – dice Goggi, la nonna-Maleficent del film -. Ho cominciato la mia carriera con gli sceneggiati per ragazzi che li aiutavano a crescere in maniera sana, preparandoli al futuro, dobbiamo tornare a farli”.
Pino è un bambino di undici anni che vive da sempre isolato da tutti a causa di una malattia ereditaria che ne mette a rischio la vita. Il suo sogno è vivere come gli altri ragazzi, far parte di uno sgangherato gruppo di amici che in sella alle loro bici vede sfrecciare per le strade del paese. Tutto cambia dopo l’inaspettato incontro con la carismatica Mavi, la leader del gruppo. I guai non mancheranno e, aiutato dai suoi nuovi amici, dovrà decidere di ingaggiare la sua personale e fondamentale battaglia per dimostrare che anche lui merita una vita come gli altri.
«Nel mio film c’è la sfida che fa diventare adulti – sottolinea Rossi -, L’euforia che si scatena quando a Pino viene finalmente consentito di frequentare la scuola, è la stessa dei ragazzi che oggi, forse per la prima volta nella storia, darebbero tutto per poter tornare in classe».