Si chiude la rassegna Primo Piano sull’Autore dedicata al regista Neri Parenti
Il cineasta toscano ha ritirato il premio della rassegna tenutasi nella splendida città di Assisi tra gli applausi di produttori, attori, sceneggiatori, giornalisti, familiari e amici. «È una sensazione strana essere celebrato come un autore, mai avrei immaginato di ricevere questo riconoscimento, soprattutto perché ho firmato tanti successi commerciali e ho vinto solo biglietti d’oro per gli incassi al botteghino».
A proposito della critica che oggi ha rivalutato i popolari cinepanettoni, considerandoli lo specchio della società del momento dice: «Alla base di ogni mio film c’è stata una metodologia di lavoro vincente: l’analisi, anno per anno, di quanto accaduto con il film precedente per decidere cosa realizzare l’anno dopo. Delle critiche non mi è mai importato nulla – sottolinea -, ma mi ha sempre dato fastidio che questi lavori siano stati considerati frutto dell’improvvisazione mentre dietro c’era un lavoro certosino e certi film sciatti invece siano considerati capolavori». Paragona Checco Zalone a Pozzetto, Benigni: «Un fenomeno legato all’affezione del pubblico per il protagonista più che alla fattura del film, che da sola – sostiene – non può giustificare gli incassi milionari».
Incontrando nei giorni scorsi gli studenti dell’ Università per Stranieri di Perugia il regista aveva tracciato un bilancio del suo lavoro di autore dagli inizi della carriera ad oggi. «Il mio sogno nel cassetto – confidava – è di fare un film d’avventura alla Indiana Jones, ma con quali attori? In Italia si sono persi artisti come Amedeo Nazzari, Vittorio Gassman e Giuliano Gemma». Provocatoriamente, la sera della sua premiazione, nella suggestiva Sala delle Volte del Palazzo Municipale di Assisi, ha annunciato che potrebbe dar vita a un nuovo episodio della saga di Fantozzi. Ma in un “cinepanettone impegnato”, realizzato a quattro mani con Paolo Sorrentino che, ricorda Parenti, in passato ha dichiarato il suo amore per Fantozzi, ed è anch’egli uno spietato osservatore della realtà nostrana.
Parenti è convinto che uno dei problemi del cinema italiano sia l’eccessiva produzione di commedie. «Gli attori sono quasi tutti formati su questa tipologia – spiega – . Il cinema di genere è morto da solo e chi ha provato a farlo resuscitare non ha avuto successo, come Dario Argento col suo Dracula».
Colpi di Fortuna, che uscirà il 19 dicembre, è per lui l’inizio di un nuovo percorso artistico: la commedia sentimentale. «Il film si articola in tre episodi, uno con De Sica e Mandelli, uno con Lillo e Greg e l’ultimo con Luca e Paolo – dice -. Tre diversi modi di interpretare la comicità. il film di Natale è destinato a cambiare, forse sarà l’ultimo di De Sica, e il prossimo anno non ci sarò più nemmeno io. Sto valutando un paio di progetti ma preferisco non scendere nei dettagli. Per il resto, io credo sia presto per dire se quello fra Mandelli e Christian sia un passaggio di testimone. Anzi, potrebbero benissimo lavorare insieme anche in futuro». Lui invece, scaduto il lungo contratto che lo legava a De Laurentiis, non si sa ancora a chi affiderà i prossimi progetti. È fiero che Primo Piano Sull’Autore abbia voluto dedicargli questa rassegna: «Sicuramente un omaggio non alla bellezza dei miei film – commenta -, ma alla mia carriera numericamente importante».
Su questo punto interviene il suo “produttore di riferimento”. «Neri è un disciplinato – dice Aurelio De Laurentiis – uno stakanovista con una disponibilità totale verso tutto ciò che è corretto e giusto. I matrimoni dovrebbero durare a vita e il nostro è stato senza dubbio un connubio fortunato, ma capisco che dopo 18 anni di film fatti insieme possa avere la voglia di fare qualcosa di diverso. Comunque sappia che, in qualsiasi momento volesse tornare, da noi le porte sono sempre aperte e troverà professionalità, affetto, voglia di lavorare insieme».
Durante la serata di gala il regista Carlo Vanzina racconta la genesi dei cinepanettoni: «La paternità dei film di Natale è di Aurelio De Laurentiis. Doveva essere una staffetta fra me e Neri, un film ciascuno ogni anno, che poi non si è mai fatta. È ammirevole che lui non abbia mai mollato il genere comico e sia riuscito ad avere un successo meraviglioso». Anche Giuliano Montaldo ricorda di aver voluto fare film comici. «Ma ho sempre avuto paura del forte rapporto che c’è tra gli attori di quel genere e il loro pubblico – racconta il regista – . Proposi a Sordi un film sul Belli, ne fu subito entusiasta, conosceva a memoria i suoi versi. Poi però rinunciò perché il poeta derideva il Papa e lavorava per il Vaticano, e quindi lui non se la sentiva».
Orio Caldiron considera Neri Parenti, il rappresentante tipico di un cinema industriale che non lascia nulla al caso. «Un film che sembra fatto sul momento – dice – è invece caratterizzato da un percorso complesso assolutamente raro, di circa 10 mesi, che va dalla ideazione alla progettazione. Ogni fase è essenziale ma è un aspetto che la critica coglie di meno». Per lo sceneggiatore Alessandro Bencivenni quello di Parenti è cinema d’autore: «Questa riabilitazione in vita dei suoi film dimostrano che il cinema è d’autore se riconosci immediatamente l’autore del film… è questo il caso dei film di Neri». L’ attrice Milena Vukotic (la tenera Pina, moglie di Fantozzi), prova un grande senso di gratitudine per Parenti. «Tutto ciò che di positivo ho raccolto in questi anni lo devo a lui, alla saga fantozziana. Un bellissimo tragitto e un altrettanto bellissimo rapporto lavorativo».
Primo Piano sull’Autore si è chiuso con la consegna dei premi Domenico Meccoli – Scrivere di Cinema a quanti si sono distinti nella promozione della cinema attraverso i media.