C’è molto cinema italiano quest’anno al Festival di Cannes. Rai Cinema partecipa con nove film che ha contribuito a produrre. Nel Concorso della Selezione ufficiale Tre piani di Nanni Moretti, unico film italiano nella gara principale, The Story of my Wife di Ildikó Enyedi e il nuovo film di Bruno Dumont, France, con protagonista Léa Seydoux, due grandi coproduzioni europee.
Nella Quinzaine des Réalisateurs ci sono A Chiara di Jonas Carpignano,Futura di Pietro Marcello, Francesco Munzi e Alice Rohrwacher (un lavoro collettivo spirato ai grandi reportage degli anni ’60 e ’70 raccogliendo testimonianze di ragazze e ragazzi tra i 15 e i 20 anni sui loro desideri, sogni, paure e aspettative) e Re Granchio di Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis.
Il film di apertura di Un Certain Regard è Onoda – 10.000 notti nella giungla del regista francese Arthur Harari. In concorso nella Semaine de laCritique c’è Piccolo corpo diretto da Laura Samani.
Atteso il film di Marco Bellocchio Marx può aspettare, Evento Speciale Fuori Concorso nella Selezione ufficiale. Un’opera molto intima, totalmente autobiografica, in cui Bellocchio si mette coraggiosamente a nudo per raccontare la tragedia familiare che ha lasciato un segno profondo nella sua vita e nel suo percorso artistico e che coronerà la consegna della prestigiosa Palma d’Oro d’Onore al regista italiano.
“Una presenza di film di nostra produzione a Cannes che non ha eguali nelle edizioni passate – commenta Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema – un risultato ancor più significativo perché arriva dopo un anno di pandemia, vissuto tra molte difficoltà per riuscire ad avviare i set e completare le riprese. Il nostro cinema c’è, è vitale, vario negli stili e nei linguaggi, pieno di energie nuove. Questo festival è un bel segnale per la sua ripresa e per incoraggiare ancora una volta il pubblico a tornare nelle sale con tranquillità”.
C’è anche il cinema realizzato da quella nuova generazione di autori che, in alcuni casi, si è già fatto apprezzare dal pubblico e dalla critica internazionale, cheassicurano un futuro di qualità al nostro cinema e va dunque coltivato e incoraggiato il loro talento.