Un racconto popolare, musicale e storico, al confine con il realismo magico. Si fa un emozionante salto nel passato con l’imperdibile Le vele scarlatte di Pietro Marcello, nelle sale con 01 Distribution. Il regista campano si è liberamente ispiratoall’omonimo romanzo dello scrittore russo pacifista del XX secolo Aleksandr Grin, per regalarci questo film femminile, forte e delicato, carico di poesia, che ha affidato alla giovane rivelazione Juliette Jouan, affiancata dalmagnetico Raphaël Thiéry, con l’eccellente Noémie Lvovsky, Louis Garrel e Yolande Moreau, l’ impeccabile fotografiadi Marco Graziaplena, le musiche del premio Oscar Gabriel Yared. Un mix di elementi vincenti che dovrebbe incoraggiare il pubblico amante del bel cinema a riempire le sale.
La storia è ambientata in un piccolo borgo contadino nel nord della Francia, dove Juliette, giovane orfana di madre, vive con il padre Raphaël, un soldato sopravvissuto alla prima guerra mondiale. Appassionata di musica e di canto, la delicata ragazza ha uno spirito solitario. Un giorno, lungo la riva di un fiume, incontra una maga che le predice che delle vele scarlatte arriveranno per portarla via dal suo villaggio. Juliette non smetterà mai di credere nella profezia.
Per l’autore la pellicola sembra portarci nel passato, anche grazie al sapiente inserto di alcune immagini d’epoca, tra cui quelle preziosissime del giorno dell’armistizio nella Baie de Somme. In realtà la si può guardare con occhio moderno, come un film su un modello nuovo di matriarcato, che sfiora anche il tema del femminicidio.
Dopo mille provini in tutta la Francia, l’autore ha scovato Juliette Jouan, che sa anche cantare, scrivere e ha persino adattato la poesia di Louise Michel L’Hirondelle che non era prevista nella sceneggiatura, trasformandola in una poetica canzone che chiude i titoli di coda.
Perfetta anche la scelta di Thiéry per il ruolo del padre: “Volevo che le sue mani tozze stupissero per contrasto con i gesti precisi e le delicate creazioni di cui sono capaci – spiega il regista-. Sono stato conquistato dal suo incredibile talento e dall’espressività del suo volto antico”.
La seconda parte del film plana dal ruvido e spietato realismo di quel mondo contadino verso un tono più leggero, romantico, in cui il tempo sembra sospeso tra la lussureggiante natura e i sogni d’amore e di una nuova vita della ragazza.