Il cinema di inizio estate ci regala una originale favola moderna che risveglia la sonnolento commedia italiana. Lucky Red porta coraggiosamente in duecento sale dall’8 giugno Denti da squalo, un poetico, agrodolce, avventuroso racconto di formazione, scritto, diretto, recitato e musicato da giovani, bravissimi artisti. Prodotto da Gabriele Mainetti per Goon Film, Mattia Guerra, Stefano Massenzi e Andrea Occhipinti per Lucky Red, Claudio Federico e Jacopo Saraceni per Ideacinema, è l’opera prima da regista di film di Davide Gentile. Protagonisti Virginia Raffaele, perfettamente calata nel suo primo ruolo malinconico, due giovanissime fantastiche rivelazioni, per la prima volta sullo schermo: lo strepitoso protagonista tredicenne Tiziano Menichelli affiancato da Stefano Rosci, con i determinanti camei di Claudio Santamaria e Edoardo Pesce, accompagnati dalla suggestiva colonna sonora di Michele Braga e Gabriele Mainetti, edita da Curci, disponibile in digitale dal 9 giugno.
Il film oscilla, perfettamente bilanciato, tra il drammatico e il leggero, il riflessivo e l’ironico, l’emotivo e l’avventuroso. Non a caso Valerio Cilio e Gianluca Leoncini hanno vinto il premio Solinas per soggetto e sceneggiatura di questo racconto poetico, che scorre lento ma incisivo in un irriconoscibile, degradato litorale laziale. Al centro c’è il tredicenne Walter che ha appena perso suo padre. Nel suo vagare apparentemente senza meta per il litorale romano, un luogo affascinante e misterioso cattura la sua attenzione: una villa abbandonata con una gigantesca, torbida, piscina che cela un ospite imprevedibile. Ma la villa non è incustodita e inizierà per lui un viaggio indimenticabile.
Una fiaba drammatica, cruda, a tratti violenta, ma anche avventurosa, spericolata, sognante e divertente, come solo sa essere il passaggio da un’infanzia interrotta da un trauma familiare a un’adolescenza che si affaccia prepotente. Seguiamo Walter in un’estate che non è come le altre, segnato nel profondo da un incontro magico e misterioso. Vediamo il suo mondo esteriore, il suo quotidiano, riviviamo stralci del suo passato entrando in quello spazio interiore nel quale si sta formando la sua identità.
“Fin dalla prima lettura della sceneggiatura ho pensato che “Denti da squalo” fosse una storia di formazione al contrario – spiega il regista, presentando il film a Roma con il cast -. Esistono molti film che raccontano vicende di ragazzini che, maturando, diventano uomini indipendenti, pronti a staccarsi dalla famiglia. L’aspetto che mi ha più colpito, e che per me rendeva originale, interessante e unico il copione è la nobilitazione dell’infanzia. In questo film c’è sì un ragazzino che vuole crescere in fretta ma capisce anche che fare pace con il proprio passato, riavvicinandosi alla madre e risolvendo il conflitto con la figura paterna, è ciò che deve perseguire e accettare prima di diventare grande per davvero”.