Per rinfrescare questa torrida estate il cinema propone un mockbuster, ironica caricatura in chiave molto italiana dei capolavori hollywoodiani ispirati ai popolari fumetti Marvel. Sull’onda di Anatar, seguendo il nuovo filone degli “spaghetti-fi”, il ventottenne Cosimo Bosco debutta nella regia con Avanzers Italian Superheroes, in sala dal 20 luglio, che prende ispirazione da alcune delle celebri parodie come Balle spaziali del 1987 di Mel Brooks, rifacimento dell’iconico “Star Wars” e di tutte le maggiori saghe fantascientifiche.
La buona volontà si vede ce l’ha messa tutta, ma la storia si sfilaccia in oltre due ore di estenuante voce fuoricampo che illustra le oscure vicende del megalomane capo galattico Gaetanos, intenzionato a conquistare la terra perché è l’unico pianeta cool dell’universo, e che alla fine la butta in caciara puntando sull’italica passione per il gioco del pallone.
C’è un gustoso cameo di Maurizio Mattioli che si presta a parodiare in chiave maccheronica il presidente Usa che tenta di sventare l’attacco alieno alla terra, per mano di un esercito di buffe e ben realizzate maschere animalesche dietro le quali si celano attori bravi ma poco noti, il tutto supportato da buoni effetti speciali. Il distruttore di mondi e il suo esercito sono disposti a tutto pur di ottenere la pietra del potere e diventare i dominatori incontrastati dell’universo. Le superpotenze mondiali chiedono aiuto all’unico popolo che è in grado di ribaltare questa situazione: gli italiani! sbandati, criminali, streghe e uomini blatta raccolgono la chiamata alle armi e scendono in campo per risolvere il problema “con stile”.
Il cinema italiano di genere fantascientifico è sempre stato caratterizzato da pellicole prodotte a basso costo, con infiltrazioni di altri generi come l’horror e la commedia. In questo suo primo film da regista, Bosco fa un po’ presuntuosamente riferimento alle opere di maestri come Sergio Corbucci, Antonio Margheriti e Mario Bava per narrare le storie di caserecci supereroi che, con ingegno e ironia, si trovano a risolvere situazioni surreali e al di sopra delle loro possibilità, con l’intento di far sorridere e riflettere, spingendosi ai limiti della satira e del politically correct, evidenziando gli stereotipi che caratterizzano il bel paese.