Non è mai troppo tardi per realizzare i propri sogni. Almeno per la battagliera Rosa, la protagonista di E la festa continua!, l’ottima commedia francese di Robert Guédiguian nelle nostre sale dall’11 aprile, con l’eccezionale interpretazione di Ariane Ascaride e Jean-Pierre Darroussin, affiancati dai bravissimi Lola Naymark (Alice), Robinson Stévenin (Sarkis), Gérard Meylan (Tonio), Grégoire Leprince-Ringuet (Minas), Alice Da Luz Gomes (Laetitia).
Il settantenne regista e sceneggiatore marsigliese ha voluto esaminare il rapporto che abbiamo con l’azione politica attraverso alcuni personaggi di diverse generazioni. A sua insaputa Michèle Rubirola, la ex sindaco di Marsiglia, ha ispirato il tema centrale del film, ambientato nella parte vecchia e popolare della città natale dell’autore. La fa rivivere nei panni di Rosa che divide la sua energia strabordante tra la famiglia numerosa e unita, il lavoro da infermiera e l’ impegno politico a favore dei più svantaggiati. Ma quando si avvicina alla pensione, le sue illusioni cominciano a vacillare. Sostenuta dalla vitalità dei suoi cari e dall’incontro con Henri, si rende conto che non è mai troppo tardi per realizzare i propri sogni, sia politici che personali.
L’autore ripercorre la tragedia di Rue d’Aubagne, dove crollarono due palazzi fatiscenti causando numerose morti e ne fa il baricentro del film. “Non ho fatto indagini o interviste, volevo qualcosa che non fosse né storico né giornalistico, ma metaforico, persino poetico. I personaggi ruotano attorno a questo crollo e a questo spazio vuoto e bianco come un sudario, come gli elettroni intorno a un nucleo che, casualmente, è occupato da una statua di Omero, il ‘padre’ di tutte le storie”.
Mostra come si sopravvive al collasso e al vuoto, nel senso più astratto e teorico del termine… al crollo delle nostre grandi narrazioni e al conseguente vuoto dei nostri stili di vita.
Definisce il film “Agitprop”. “Mi piace molto questa forma estremamente popolare e creativa che gli artisti hanno adottato all’inizio della Rivoluzione russa per partecipare alla dinamica del cambiamento, alla sua velocità. Consiste nel parlare di tutto ciò che stiamo vivendo allo stesso tempo, saltando da una cosa all’altra, utilizzando tutti i mezzi possibili per interrogare e comprendere lo spirito del tempo, approfittando delle esitazioni, delle certezze e dei dubbi degli esseri umani, in modo che lo spettacolo sia piacevole”. E questo film piacevole sicuramente lo è.
Guédiguian sostiene che in questi strani tempi di regressione e di egoismo che colpiscono tutte le nostre società, un regista non può limitarsi a descrivere la miseria del mondo, deve anche mostrare nuovi modi in cui le idee di condivisione e di democrazia possono prevalere, dall’Armenia sotto attacco a SOS Méditerranée, dallo status di rifugiato all’edilizia popolare, dalla difesa degli ospedali alla difesa delle scuole, dalla reinvenzione della sinistra all’orizzontalità delle lotte di quartiere.