Arriva prima al cinema divisa in due parti, ciascuna al costo di metà biglietto, dall’11 al 17 luglio. Poi in autunno approderà su Sky Dostoevskij la prima serie ultra dark dei gemelli Damiano e Fabio D’Innocenzo dominata come i loro film dall’orrore e dalla tensione. La serie Sky Original in sei episodi, prodotta da Sky Studios con Paco Cinematografica, presentata al Festival di Berlino, sconvolge e cattura lo spettatore per la crudezza delle immagini, della storia.
Un thriller ultra dark dai panorami cupi, ambienti fatiscenti in cui si intrecciano gli orribili omicidi del serial killer cui da ossessivamente la caccia il detective Enzo Vitello, interpretato da un superlativo Filippo Timi, che ha dato il letterario nome all’assassino per le impietose lettere scritte in stampatello che lascia accanto ai cadaveri orrendamente deturpati.
Il male e il dolore profondo dell’anima dei protagonisti, descritti come sempre magistralmente dai due registi, anche stavolta trasmettono in modo lucido una bella dose di disagio nello spettatore. Il film parte lento, poi di colpo accelera incollando allo schermo chi cerca di capire dove questa nerissima storia di un’umanità perduta andrà a parare.
L’indagine ossessiva e solitaria sull’assassino mette a fuoco il dolore devastante di questo poliziotto, solo, dipendente da farmaci micidiali, sconvolto da una divorante follia, odiato dall’unica figlia tossica irrecuperabile (un’eccellente Carlotta Gamba), con un solo amico, il suo capo (Federico Vanni), un giovane collega che in silenzio lo sfida (Gabriel Montesi).
Un bellissimo film, per stomaci forti, pronti a immergersi per cinque ore nei meandri di una società deragliata, tenendo gli occhi spalancati sugli orrori di uno squallidissimo quotidiano.