Quando si tratta di contaminare la propria offerta gastronomica ogni città da Nord a Sud Italia, isole comprese, non si tira indietro. Lo si capisce sfogliando la decima edizione della guida Street Food 2025 del Gambero Rosso, curata da Pina Sozio, che contempla storie e luoghi del miglior cibo di strada all’italiana. Un settore tradizionale della nostra cultura, un mangiare antico ma sempre più moderno, una livella sociale, un veicolo per avvicinare il grande pubblico ai concetti base del cibo di qualità.
“La nostra selezione si muove lungo due grandi direttrici, qualità al giusto prezzo e radici popolari da preservare – sottolinea Sozio nella prefazione al volume -. Il melting pot esemplificato nella lista dei venti campioni regionali di quest’anno, ci racconta di attività migranti, di grande innovazione, di coraggio nel proporre tradizioni altrui che incuriosiscono i clienti”.
I mercati più interessanti nella somministrazione del cibo, restano riferimenti indispensabili per conoscere il paniere di un territorio e immergersi nella storia dei luoghi. Sfogliando la guida si scoprono nuovissime attività imprenditoriali e insegne storiche tra i vicoli di Genova o di Napoli, in spiaggia, ad alta quota. Il cibo di strada è anche geografia umana, storia plasmata dalle esigenze nutritive delle popolazioni e dalle caratteristiche climatiche dei luoghi. “I fumi delle braci della Vucciria rappresentano Palermo – continua Sozio -, tanto quanto i trippai sono l’anima di Firenze e forse l’ultimo presidio prima della perdita definitiva dell’identità. E’ un dovere sostenere il cibo di strada che ci ricorda da dove veniamo”.