di Donato Carrisi, Longanesi, 2024.
Serena è un’affermata donna in carriera, nell’ambiente dei broker d’assalto è meglio nota come lo “squalo biondo”. È una che ama godersi la vita e che quando pensa alla parola famiglia le viene in mente solo il marito di qualcun’altra da portarsi a letto. Un giorno tuttavia capita la cosa peggiore che possa succedere a una come lei: una gravidanza inattesa. Capire chi sia il padre è un terno al lotto perché i suoi rapporti non durano mai più di una sera. Aurora nasce e lei ci prova a farle da madre, ma è proprio il ruolo che non le si addice, lo porta avanti goffamente; se c’è una parola con cui Serena non avrebbe mai pensato di identificarsi è proprio la parola “madre” e sente che quella fragile ma avvolgente novità nella sua vita le stia togliendo qualcosa.
A cinque anni Aurora va a trascorrere una vacanza in uno chalet di montagna e Serena riacquista parte della sua libertà, anche se per un breve periodo. Scoppia un incendio, la baita di montagna brucia nel cuore della notte, i piccoli inquilini riescono a fuggire, tutti tranne una; all’appello manca proprio lei, la piccola Aurora. Al dolore per la perdita si unisce il senso di colpa di Serena e neanche il tentativo di una piccola comunità che si stringe intorno a lei riesce a consolare quel mix di emozioni contrastanti. Fin qui non sembra nemmeno un libro di Donato Carrisi, siamo nella psicologia e nell’intimismo lontani anni luce dalle atmosfere de Il suggeritore o Il tribunale delle anime. Poi l’autore torna nei suoi binari perché a seguito della morte della bambina inizia quel thriller psicologico di cui Carrisi è uno degli interpreti di maggior successo.
Le domande su cosa sia veramente successo la sera del tragico incendio sono tante e in quel piccolo paese, che vive di turismo e che non vuole scandali, c’è tanta reticenza. Serena passa dal non voler vedere nessuno a fare mille domande, il personaggio ne esce come quello di una donna forte e fragile al tempo stesso, la cui lotta per la verità e la redenzione è raccontata con sensibilità e profondità psicologica. La narrazione si dipana attraverso una serie di eventi e colpi di scena che tengono alta la tensione e la curiosità, in un crescendo di suspense e rivelazioni inattese. Anche se alcuni passaggi avrebbero potuto essere più sintetici, Carrisi è abile nel costruire un mistero che incuriosisce pagina dopo pagina, costruito intorno a un personaggio a tutto tondo come Serena che, madre suo malgrado, si scopre in quel ruolo proprio quando la sua creatura non c’è più.
L’educazione delle farfalle non sarà ricordato come il capolavoro di Carrisi ma è l’ulteriore conferma di abilità artistiche di uno dei più grandi scrittori di thriller psicologici viventi. Con la sua capacità di mescolare suspense, emozione e profondità psicologica, Carrisi ci regala un’opera che non solo intrattiene, ma fa riflettere e commuovere. Serena è una protagonista indimenticabile e la sua storia è un viaggio straordinario che merita di essere vissuto fino in fondo. È questo un libro che lascerà un segno nel cuore dei lettori, spingendoli a guardare oltre le apparenze e a cercare sempre la verità, anche quando sembra sfuggente come una farfalla.
Dello stesso autore Il suggeritore, Il tribunale delle anime, La donna dei fiori di carta, L’ipotesi del male, Il cacciatore del buio, La ragazza nella nebbia, Il maestro delle ombre, L’uomo del labirinto, Il gioco del suggeritore, La casa delle voci, Io sono l’abisso, La casa senza ricordi, Eva e la sedia vuota, La casa delle luci.