di Liu Cixin, Mondadori, 2017. Si parte da un evento storico, la grande rivoluzione proletaria cinese che dal ’66 al ’76 fece milioni di morti e feriti sotto l’egida di un rinnovamento anticapitalista promosso da Mao Zedong. In quanto portatori di una cultura considerata malata, corrotta, anche gli insegnanti, gli scienziati, i professori universitari vengono processati e uccisi dal popolo; è così che muore il padre di Ye Wenjie e lei, disgustata dal degrado dell’essere umano, si getta a capofitto in un progetto segreto di ricerca. Ye Wenjie entra nella base militare della Costa Rossa consapevole di non poter più tornare indietro perché in quel luogo si sta segretamente tentando di prendere contatto con civiltà aliene. E sarà proprio lei a scoprire le tracce di un segnale proveniente dallo spazio profondo che si rivelerà un tentativo di comunicazione.
Nel presente, uno scienziato di nome Wang Miao, esperto di nanotecnologie, inizia ad avere strane visioni, tra cui un conto alla rovescia, che lui solo sembra in grado di vedere al centro del suo campo visivo. Intanto in diverse parti del mondo alcuni scienziati si tolgono la vita a seguito di una sconcertante scoperta. Wang inizia a indagare e viene a conoscenza di un videogioco in realtà virtuale chiamato “I tre corpi” in cui il giocatore deve affrontare un dilemma cosmico e trovare la maniera per far sopravvivere una civiltà a grandi cataclismi. Nell’alternarsi di ere dell’ordine e ere del caos le svariate civiltà vengono puntualmente sterminate, ma intanto il protagonista “sale di livello”.
Il problema dei tre corpi di Liu Cixin, primo di una trilogia composta anche da La materia del cosmo e Nella quarta dimensione, è un romanzo di fantascienza edito per la prima volta nel 2006 che non solo sfida le convenzioni del genere, ma ridefinisce i confini della narrazione scientifica e filosofica. L’autore cinese, vincitore del prestigioso premio Hugo, ci offre una storia di straordinaria complessità e profondità, un’opera che si distingue per la sua audacia intellettuale e la sua capacità di incantare il lettore con un intreccio avvincente e concettualmente stimolante.
Sono molti i riferimenti scientifici, ma il libro si può leggere anche senza essere esperti di fisica e astrofisica. Riducendo all’osso la questione del titolo possiamo dire che il “problema dei tre corpi” è un problema della meccanica celeste in cui, in un ipotetico sistema solare a tre soli, risulta impossibile prevedere l’interazione delle tre spinte gravitazionali e quindi il destino della galassia stessa. Gli abitanti di un pianeta circondato da tre soli potrebbero morire o di intense glaciazioni o fare la fine di un pollo allo spiedo, o magari entrambe le cose. L’imprevedibilità di questa situazione cozza con la nostra “serena” civiltà dove i principi base della fisica sono applicabili ovunque nel tempo e nello spazio. In questo c’è il confronto di due civiltà, di due culture, una volta alla produttività ad ogni costo, l’altra (noi) piena di arte e cultura, di otium produttivo (nel senso latino del termine). Chi è nel giusto? Ecco l’altro dilemma fondante.
La sociologia cosmica di Liu Cixin è nata durante una partita di calcio tra la nostra Samp e la sua nazionale: a vedere quei puntini colorati che si muovevano nello spazio senza un principio apparente gli è balenata in testa l’idea per descrivere come due civiltà, diversamente evolute, avrebbero gestito un’era del caos. Nei libri di Liu c’è anche la questione fondante della fantascienza: sarebbe un bene o no per noi prendere contatto con civiltà aliene molto più evolute della nostra? Sarebbero collaborativi con noi o ci tratterebbero, come probabile, come insetti da sterminare?
Nella visione immaginifica di Liu Cixin c’è anche una prospettiva millenaria, quella cioè che vorrebbe il genere umano capace di pensare e progettare il suo futuro da qui a centinaia, se non migliaia di anni. In questo ritroviamo l’Asimov del Ciclo delle Fondazioni degli anni ’50; come a dire gli autori della fantascienza pensano al nostro futuro, i nostri politici no, la loro prospettiva si ferma a sei mesi. Escludendo pochi progetti come la Banca Mondiale dei semi di tutte le piante del mondo costruito nelle Isole Svalbard, per il resto a noi della conservazione del pianeta Terra non ce ne fotte nulla, diciamolo. Ci sono forze politiche che criminalmente si oppongono a qualsiasi politica ecologica.
Il successo de Il problema dei tre corpi ha prodotto anche serie tv in Cina e una serie Netflix d’impronta più occidentale. Come non bisogna essere fisici per apprezzarlo così non per forza si deve essere nerd per goderne, resta il tutto una coraggiosa testimonianza della potenza dell’immaginazione e della capacità della fantascienza di guidare le grandi domande di ogni tempo.