Ricomincio da Tre il film d’esordio di Massimo Troisi, torna in sala solo il 23 e il 24 novembre, distribuito da Microcinema, nella versione perfettamente restaurata dal Centro Sperimentale di Cinematografia. Il produttore Fulvio Lucisano e l’attore Lello Arena, protagonista della pellicola con il geniale attore-regista napoletano (morto nel 1994 a soli 41 anni), hanno ricordato episodi legati alla lavorazione del film più premiato del 1981, che costò 450 milioni di lire e incassò quasi 14 milioni, superando concorrenti prestigiosi come Fantozzi e Guerre Stellari. La colonna sonora di Pino Daniele rappresenta la prima collaborazione tra i due artisti prematuramente scomparsi.
“Troisi non voleva girare il film, ci ho messo un po’ a convincerlo, ma ero sicuro che fosse la scelta giusta, perché si trattava di una storia molto personale. Per lui il confine tra realtà e finzione era molto sottile, visto che stava quasi raccontando la sua vita” racconta Lucisano. Gli esercenti di Torino e Milano, ricorda il produttore, avevano paura che il pubblico del nord non lo capissero, che il film sarebbe stato un flop. “Ho garantito ad alcune sale che per cinque settimane di programmazione avrei coperto io i mancati guadagni. Ma non fu necessario, visto che anche lì Ricomincio da tre fu un trionfo”. In un cinema romano rimase per ben due anni e mezzo.
“Nel film c’era grande poesia – ricorda Arena -, l’estro geniale di Massimo lo portava ad andare controcorrente, prendendosi molta cura delle persone e delle cose, la sua mancanza oggi si sente in maniera devastante, soprattutto in un mercato sempre più omologato”. L’ attore che con lui e Decaro debuttò nel trio comico La Smorfia, ricorda che l’atmosfera sul set era piuttosto surreale. “Aveva la stessa timidezza e malinconia che nella vita reale, la sua capacità di comunicare più che alla parola era legata alla spinta emotiva. Insieme abbiamo girato due film, mi ha regalato i personaggi più belli della mia carriera”. Arena ha una ricetta contro la paura: “Produrre bellezza, con la musica, il cinema, l’arte”.
Arena racconta gustosi retroscena del film. “Farcivamo la sceneggiatura di battute comiche ma poi sul set si seguiva rigorosamente il copione, lui non amava improvvisare. Non sapevamo come si faceva il cinema, andavamo noi dagli agenti per il casting, scelse lui tutti gli attori del film: io ci parlavo e lui di nascosto li spiava e poi decideva. Era un cinema di frontiera, a basso costo, dove si lavorava tutti insieme per fare il meglio. Una sorta di collettivo artistico dove io facevo di tutto, dall’ aiuto regista a portare i caffè. All’uscita romana Massimo tagliò i pezzi che non gli piacevano direttamente in sala di proiezione, con la taglierina, copia per copia”.
Lucisano portò con successo il film anche a New York, proiettandolo all’aperto vicino alla City Hall e presentò Troisi a Martin Scorsese che voleva conoscerlo. Anche Alberto Sordi lo riempì di complimenti. “Il suo successo con la gente era dovuto alla sua capacità di comunicare esprimendosi magistralmente con il linguaggio dei gesti. Forse era proprio questo il suo segreto. Era bravo come Eduardo, ma più simpatico”