Nelle librerie il saggio di Emanuele Pecoraro su Ferreri, maestro del cinema italiano
Si tratta di un saggio dedicato a un Maestro del cinema italiano, in assoluto uno degli autori più originali e dissacranti, che ha consegnato alla storia della celluloide una cospicua serie di capolavori assoluti, da “La donna scimmia” a “Dillinger è morto”. Di lui oggi, a quasi vent’ anni dalla sua scomparsa, ci si ricorda meno del dovuto e anche quando era in vita non è mai stato fra i cineasti più “venerati”, considerato sia dal pubblico che dalla critica troppo eccentrico, caustico e poco indulgente verso ipocrisie, convenzioni e falsi moralismi.
Il giornalista e neo-regista Emanuele Pecoraro ha avuto l’idea di ricordarlo attraverso l’ideazione di un documentario a lui ispirato. In attesa che si creino le premesse produttive e distributive per realizzarlo, ha deciso di pubblicare questo volume, introdotto dal regista e produttore cinematografico Pierfrancesco Campanella e commentato dal Consigliere nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Vincenzo Cimino, nel quale spiega per filo e per segno come intende confezionare il suo progetto, dalla sceneggiatura al piano di produzione.
A corredo della ipotetica opera sono previsti vari spezzoni di 9 film tra i più significativi di Marco Ferreri, quali “La carrozzella”, “Il seme dell’uomo”, “La grande abbuffata”, “Non toccare la donna bianca”, “Ciao maschio”, “Chiedo asilo”, “Storie di ordinaria follia”, “I love you” e “La casa del sorriso”, che saranno inseriti in montaggio, insieme a varie interviste con protagonisti attori, tecnici, maestranze ed anche gente comune. Forse per ricordarci un’epoca vicina nel tempo ma antidiluviana nella memoria, in cui esisteva un cinema italiano corrosivo e “contro”, nel quale bastava anche un solo intellettuale dall’unghia affilata per grattare via le false certezze del modernismo, mostrandoci impietosamente la scimmia dietro l’uomo ed il nulla dietro la scimmia.
Perchè una cosa è certa: Ferreri fa parte del patrimonio culturale della nostra Nazione ed appartiene quindi a tutti noi. Anche se qualche volta fingiamo di dimenticarcene.
Emanuele Pecoraro è giornalista, addetto stampa e regista. Ha curato per Lithos il catalogo d’Arte “Mario D’Imperio” (2015) e pubblicato “Solitudini pericolose: il corto dello scandalo” (2015), ispirato all’omonimo mini-film da lui diretto e prodotto da Pierfrancesco Campanella.
Tra i vari riconoscimenti ricevuti: la “Medaglia d’argento” quale miglior regista esordiente (“Una vita per il Cinema 2014”), l’ “Oscar dei Giovani” (“Premio Personalità Europea 2014”), il trofeo per il “Miglior Corto Horror” (“IveliseCineFestival 2015”) e la Targa speciale dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti (2015) per l’impegno nella cinematografia e nella saggistica.