Arriva in sala il film di Wes Anderson tratto dal libro di Roald Dahl
Alla faccia del 3D! L’eccentrico, visionario regista Wes Anderson per Fantastic Mr. Fox, il suo primo film d’animazione, ha scelto l’antica tecnica dello “stop-motion” (marionette di plastilina). Tratto dal romanzo di Roald Dahl, popolarissimo autore per bambini (La fabbrica di cioccolato) , candidato all’Oscar come miglior film d’animazione Fantastic Mr. Fox (nelle sale dal 16 aprile distribuito in 100 copie dalla 20th Century Fox) è rivolto soprattutto agli adulti, a far riflettere sul valore degli affetti, della famiglia. Protagonista la volpe Mr. Fox, ex ladro di polli diventato giornalista (l’ironica battuta sullo status del protagonista è in apertura del film) , marito e padre modello che, seppur imborghesito dal raggiunto benessere, non perde l’atavico istinto di predatore.
Quando il suo sguardo vola oltre la finestra della sua lussuosa dimora all’interno di un maestoso faggio e si posa su tre enormi fattorie dove si allevano galline, oche e si distilla un fantastico, superalcolico sidro, non resiste alla tentazione di tornare al mestiere per cui è nato, il ladro di polli appunto, mettendo a repentaglio la vita dei suoi cari e dell’intera comunità animale. L’estroso regista de I Tenenbaum, Il treno per Darjeeling e Rushmore ama l’artigianalità, la manualità, dunque la stop-motion che infonde al prodotto un sapore retrò. «Avatar è stupefacente – spiega Anderson, a Roma per presentare il film -, ma quando decido di realizzare un film non penso a cosa vuole il pubblico ma a cosa interessa a me. Sebbene questa pellicola sia più piccola e utilizzi una tecnica un po’ all’antica per realizzarla abbiamo impiegato lo stesso tempo del kolossal di Cameron».
Un cartone dal ritmo incalzante, ricco di umorismo e ironia, che fonde diversi generi, dal western al gangster movie: «Il mio punto di riferimento era il racconto di Dahl, il primo libro che ho letto e che mi è rimasto nel cuore. Mi piaceva troppo Mr. Fox, eroico e vanitoso». A chi definisce il film politico, addirittura comunista, l’autore risponde: «Se esistono questi riferimenti sono stati inconsci, certo Dahl ha uno spirito anarchico e riconosco la paternità della scena del saluto a pugno chiuso fra Fox e il lupo che ritengo un momento centrale del film». Sul continuo bisogno di stupire del protagonista dice: «È solo un modo per combattere la sua insicurezza, l’insoddisfazione, quando lo rivela alla moglie si mette a nudo. Dovremmo essere tutti più bravi nel confessare agli altri la nostra vera vita interiore, come ho fatto stavolta io: non c’è nulla di questo nel libro di Dahl, è tutta farina del mio sacco».