Sotto un sole impietoso è stata ufficializzata la fine della prima fase dei restauri del Colosseo, finanziati dall’imprenditore calzaturiero Diego Della Valle. Alla rovente cerimonia, introdotta a mezzogiorno da un accaldato ma fiero Enrico Mentana, non potevano mancare il premier Matteo Renzi, il ministro della cultura Dario Franceschini, il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, il mecenate marchigiano accompagnato da una delegazione di dipendenti del suo calzaturificio e di giovani restauratori. Inspiegabile (ma non troppo), invece, l’ assenza della neosindaca di Roma Virginia Raggi.
Per ora sono stati completati i lavori nella parte esterna dell’ Anfiteatro Flavio, poi sarà la volta degli ipogei (sempre finanziati da Della Valle) e tra un paio d’anni, ha annunciato Franceschini, sarà terminata anche la copertura dell’ arena, finanziata dallo stato con 18 milioni di euro, dove si svolgeranno eventi di grande cultura. E stata anche approvata una nuova normativa sul credito d’imposta. “Un segnale strepitoso al mondo, un giorno di grande gioia per chi crede nei progetti realizzabili – ha esclamato soddisfatto Renzi chiudendo la cerimonia. Diego è andato avanti con la sua consueta tenacia, con grandissimo orgoglio e passione. Il ministero e il mondo del pubblico hanno dimostrato che ci si può prendere cura insieme di un valore universale”.
Il presidente del consiglio è fiero che vadano avanti anche i lavori per mettere in sicurezza Pompei, per dare decoro alla Reggia di Caserta e mette in primo piano tutti i nostri beni culturali, dai Bronzi di Riace a Brera. “E’ finito il tempo in cui ci si lamentava della mancanza di soldi per la cultura – annuncia (esulteranno gli organizzatori di parecchi importanti eventi culturali romani lasciati a piedi, senza finanziamenti!)-. I soldi ci sono, bisogna crederci, al di là dei limiti e delle difficoltà del nostro paese, con l’aiuto di chi ha messo e metterà mano al portafoglio. Abbiamo stanziato un miliardo di euro pubblici, (per realizzare entro il 2020 33 interventi di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale e di potenziamento del turismo culturale) ora tocca ai privati: chi ha di più dia di più. Non è soltanto una grande operazione di recupero, è un segnale per l’Europa, una finestra positiva dopo l’uscita del Regno Unito. Il tempo in cui le cose non si potevano fare è finito. Non è più il periodo dei rimpianti, ma delle possibilità. L’Europa può tornare a essere se stessa, il Colosseo è un esempio della nostra identità che dobbiamo portare nella discussione comunitaria, facendo parlare l’Europa dell’anima”.