Arriva in prima serata il tv-movie della Wertmuller girato in Puglia
Lina Wertmuller torna in tv con una delle sue commedie ironiche e frizzanti ma dai temi forti. Mannaggia alla miseria, un vero e proprio film scritto per la tv, in onda su RaiUno il 2 giugno in prima serata, la regista romana porta alla luce il tema delle banche dei poveri. Con un cast di notevole spessore che, oltre ai tre giovani protagonisti Gabriella Pession, Sergio Assisi e Tommaso Ramenghi, si avvale anche di attori del calibro di Piera degli Esposti, Roberto Herlitzka, Luca De Filippo, Peppe Servillo, Ennio Coltorti e Angela Pagano. Un argomento di cui si parla poco, soprattutto in tv, ma di grande spessore sociale. Creato dal premio Nobel Muhammad Yunus e sperimentato in Bangladesh, il sistema di finanziamento rivoluzionario consente di prestare piccole somme di denaro ai poveri, senza garanzie e senza interessi, che vengono restituite in piccolissime rate.
Su questo argomento si sviluppa la storia di Antonio, Marina e Chicchino, trentenni benestanti che, al loro rientro dall’India, si ingegnano per realizzare a Napoli questa forma di credito per i nullatenenti. Una vera e propria rivoluzione sociale che sconcerta le loro famiglie e accentra intorno a loro cantanti neomelodici in cerca di soldi per un video musicale, prostitute in cerca di riscatto, in fuga dalla strada e dai protettori, che vogliono aprire una pensione per famiglie. Ostacolati da strozzini e malavitosi vari, i tre cercano ogni strada per riuscire a realizzare il loro sogno di aiutare gli altri e dare un senso alle loro vite. Li attende un percorso drammatico e comico, pieno di rischi e sorprese, di verità non sempre facili da digerire.
Piera degli Esposti interpreta una nonna bizzarra, che beve e si veste in modo eccentrico. «Si presenta bonaria, accomodante e disponibile verso i ragazzi, invece è una che non fa niente per niente – spiega l’attrice -, si è fatta i suoi conti…che tornano. Lina sa giocare sul mio lato infantilone e su quello piratesco, con sorprese. Io amo interpretare donne che se la godono». «Io son l’infame, il borghese – spiega invece Herlitzka -, che cerca di dissuadere i figli dall’impresa, ma con toni talvolta anche umani».
Affascinata da Yunus, dopo aver letto il suo libro autobiografico Il banchiere dei poveri, Lina Wertmuller ha voluto raccontarlo in un film. Dapprima per il cinema, ma viste le difficoltà, ha virato sulla tv, girando tutto in otto settimane con un budget di meno di due milioni di euro. «Per distribuire un film nelle sale e farcelo restare bisogna spendere tanto in pubblicità – spiega la regista -. In televisione tanta gente può vederlo». È furibonda contro i tagli alla cultura: «Le strutture del cinema sono in crisi, non è possibile tagliare fondi tutti i giorni alla cultura che fa parte del nostro DNA, è inaccettabile, gravissimo, da rivoluzione». Sarebbe davvero pronta a scendere in piazza, magari davanti a Montecitorio, per difendere nobili istituzioni come il Centro Sperimentale di Cinematografia che ha diretto per sei anni e che ora rischia la chiusura. «Sono giorni duri per il mondo dello spettacolo – si lamenta -, tagliare l’arte in Italia è come tagliarsi le palle, abbiamo il 75% del patrimonio mondiale. Non so se Tremonti sia mai andato a teatro o abbia mai letto un libro oltre a quelli contabili».