Fantascienza e poesia per esorcizzare la paura della morte e del dolore. Sono gli elementi vincenti scelti da Paola Randi per Tito e gli alieni, un piccolo, profondo, tenero film sull’importanza dell’ amore, dei sentimenti, dei legami familiari, dell’amicizia, prodotto da Bibi Film e Rai Cinema con TimVision, nelle sale dal 7 giugno con Lucky Red. Girato tra Stati Uniti, Spagna e Italia, si avvale di un’ idea originale e ben sviluppata, anche se per toccare le corde dei sentimenti non manca di prendere spunto da pellicole culto come Incontri ravvicinati del terzo tipo e Gost, affidata a un eccellente cast, con Valerio Mastandrea affiancato da Luca Esposito e Chiara Stella Riccio, giovanissimi strepitosi attori napoletani.
Al centro della storia c’è uno scienziato solo nel deserto seduto accanto ad un’antenna puntata verso il cielo, in cerca della voce di sua moglie. Da quando lei è morta lui vive isolato dal mondo nel Nevada, accanto all’Area 51, per sviluppare un progetto segreto per il governo degli Stati Uniti, ma in realtà passa le sue giornate su un divano ad ascoltare il suono dello spazio. Suo fratello che vive a Napoli sta morendo e gli affida i suoi figli: Anita 16 anni e Tito 7. Arrivano aspettandosi Las Vegas e invece si ritrovano in mezzo al nulla, nelle mani di uno zio squinternato, in un luogo strano e misterioso dove si dice che vivano gli alieni.
Una bella storia di gente sospesa, sperduta in una terra desolata, un luogo dove l’umanità ritrova quello che ha perduto. I due ragazzini sono spaesati, ma determinati a trovare una soluzione. Anita progetta la fuga, Tito vuole ad ogni costo parlare con suo padre ed è convinto che quello zio depresso sia un grande scienziato che riuscirà ad aiutarlo.
La quarantottenne regista milanese è riuscita a dar vita a una bella favola moderna, che prende per mano lo spettatore e lo conduce con leggerezza in un racconto surreale che suscita allegria e commozione.