Dare ascolto all’altro. E’ lo scopo di Romaeuropa Festival che si svolge dal 19 settembre al 25 novembre sulla scena romana. Titolo emblematico di questa trentatreesima edizione, sempre diretta da Fabrizio Grifasi e presieduta da Monique Veaute, è Between Worlds, che sottolinea il percorso tra i mondi intrapreso da questo festival della creatività internazionale che condivide narrazioni e scenari da quattro continenti attraverso danza, teatro, musica, arti digitali.
Un progetto contemporaneo per cambiare le prospettive attraverso una politica culturale che coinvolge 311 artisti di diverse generazioni, insieme per leggere la contemporaneità. Un denso programma che si sviluppa in 27 luoghi della capitale, che ospiteranno 68 progetti oltre a mostre, installazioni, convegni e percorsi di formazione. Un’edizione che supera i confini europei aprendosi sempre più al mondo intero e ai nuovi sguardi capaci di raccontarlo e interpretarlo attraverso oltre 60 compagnie provenienti da 24 nazioni, coinvolte con i loro suoni, le loro visioni di mondi utopici e immaginari o con le loro storie reali che fanno i conti con le grandi trasformazioni e con le grandi contraddizioni della contemporaneità.
L’inaugurazione, all’insegna dell’incontro tra due continenti, è affidata alla prima italiana di Kirina, l’opera africana di Serge Aimé Coulibaly, Rokia Traoré e Felwine Sarr, in scena al Teatro Argentina dal 19 al 22 settembre, con 9 danzatori, un attore, 4 musicisti, 2cantanti e 40 figuranti. Un’opera che racchiude mitologia africana e cultura occidentale e racconta la fondazione dell’impero mandingo nel tredicesimo secolo, prendendo il nome dalla storica battaglia che ne segnò la nascita. Un’epopea trasmessa dalla tradizione orale che ora attraverso il teatro fa risuonare il presente, restituendo un’immagine dell’Africa lontana dagli stereotipi con cui è raccontata dai media occidentali, rintracciando i punti di contatto tra la storia di due continenti e visualizzando la marcia eterna del mondo.
Il festival proseguità all’ Auditoriu Parco della Musica con la musica della maliana Oumou Sangarè, di Frank Zappa e l’ensemble di Giorgio Bernasconi, di Daniel Dobri; con il teatro documentario degli spagnoli Agrupaciòn Senor Serrano; con lo spettacolo della giovane Caroline Guiela Nguien ambientato in un ristorante vietnamita ponte d’ incontro tra il Vietnam degli anni Cinquanta e la Francia d’oggi. Ancora musica al teatro Argentina con l’israeliana Sharona Eyal e Gai Behar, il libanese Omar Rajeh metterà in scena la distruzione di Aleppo in una coreografia per corpi, suoni e droni. Nella biblioteca Enzo Tortora la performance di Ant Hampton e Tim Etchells.
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