I media si mettono in discussione nel celebre concorso
Si è conclusa a Torino la 62° edizione del Prix Italia, rassegna organizzata dalla Rai con il patrocinio del Presidente della Repubblica, sulle nuove frontiere della televisione e dei media. Svezia, Gran Bretagna, Giappone, Danimarca, Polonia e Francia sono i paesi di ‘nascita’ dei programmi vincitori del “Concorso Tv” scelti dalle giurie internazionali. Due premi alla Germania, uno per Australia, Francia, Austria e Finlandia, vincitori del “Concorso radio”. Olanda e Francia si sono invece aggiudicati i premi per la “Categoria web”.
Tra le novità di quest’anno l’ingresso di due nuovi Paesi, Messico ed Egitto, di due emittenti italiane, La7 e Radio24, e due nuovi premi speciali, il “My Expo Movie”, in collaborazione con il ministero degli Esteri, e “L’Italia attraverso gli occhi del mondo”, in collaborazione con il “Comitato Italia 150”, dedicato ai programmi televisivi che hanno per oggetto l’immagine del nostro Paese nel mondo. La rassegna, alla quale hanno partecipato novanta enti radiotelevisivi provenienti da quarantotto Paesi, continua a distinguersi per la qualità dei programmi in concorso e per gli incontri internazionali, ai quali partecipano esperti e studiosi di tutto il mondo, durante i quali si è parlato delle nuove frontiere della televisione e dei media, d’informazione e cultura nella network society, del ruolo delle Relazioni Pubbliche, di identità e diversità dell’Europa, ossia dell’integrazione comunitaria nel futuro del servizio pubblico cross-mediale e ancora di mass media, con un occhio al rapporto tra disabilità e nuove tecnologie.
Il Prix Italia è stato anche l’occasione per fare il punto sui risultati delle reti Rai e per annunciare nuovi progetti e obiettivi. «Non abbiamo ‘spento’ RaiUno durante l’estate e gli ascolti ci hanno dato ragione: la stagione di garanzia è cominciata sotto la migliore stella – dice soddisfatto il direttore Mauro Mazza -. Continuiamo a studiare progetti per una Tv che non sia di nostalgia, ma di memoria. Vogliamo partire dal passato per riflettere sul presente. Una tv della memoria che serva anche al domani». Anche il direttore di Rai Fiction, Fabrizio del Noce, ha brindato al successo dei suoi sceneggiati guardando al futuro. «Il cinema, spremuto come un limone dalle sale e dalla pay Tv, non dà più ascolti compatibili con le reti, per questo investiamo nelle fiction». Anche se i budget per le produzioni risentono dei “tagli” dovuti alla crisi, Del Noce non si dispera: «La necessità aguzza l’ingegno, battiamo la strada delle coproduzioni. Per Titanic – dice – abbiamo già raccolto 30 milioni d’investimento stranieri e per Narcotici, che deve ancora andare in onda, la Germania ha già ha chiesto una coproduzione per la seconda serie».
I risultati della fiction premiano la Rai. E le prossime miniserie che sbarcheranno sulla prima rete entro la fine di novembre, in piena garanzia, promettono successi. Tra queste Il bandito e il campione, la leggenda del ciclista Girardengo con Beppe Fiorello, Pio XII, Mia madre e Tiberio Mitri. Mentre nuovi set si stanno aprendo, a cominciare proprio da Torino dove sta per essere battuto il primo ciak di La donna della domenica con Andrea Osvart, remake dell’omonimo film del ’75 di Luigi Comencini con Marcello Mastroianni e Jacqueline Bisset, tratto dall’omonimo romanzo di Carlo Fruttero e Franco Lucentini. Gigi Proietti, dopo il successo nei panni di San Filippo Neri, a metà ottobre comincerà a girare la commedia brillante Il signore della truffa.Gabriella Pession sarà invece la protagonista della commedia sentimentale Dove la trovi una come me, stavolta senza il compagno di vita e di lavoro Sergio Assisi.
Luci accese anche sulla fiction su Gabriella Ferri, Che Dio ci aiuti mentre Un medico in famiglia tornerà con la settima serie in primavera con la new entry Paolo Conticini. Mentre sta prendendo in largo il progetto su Enzo Tortora prodotto con la IIF di Fulvio Lucisano. La fiction, sostiene perciò Del Noce «È una ricchezza aziendale che non va dimenticata. In passato abbiamo lanciato personaggi come Cristiana Capotondi, Laura Chiatti, Riccardo Scamarcio, e non è certo poco per il nostro Paese. Quando si fa un investimento sui giovani è più che ripagato sia in termini aziendali che nazionali». «E se la fiction, aggiunge, è utilità ripetuta, l’intrattenimento è utilità immediata, e dunque un forte mix tra i due generi nella programmazione di una rete come Raiuno ha un peso non indifferente e significativo ai fini della fidelizzazione del pubblico televisivo». Mazza concorda, ma fino a un certo punto. «La programmazione di una rete generalista come Raiuno non può che nascere da un mix, dove l’intrattenimento ha il suo ruolo importante.Le fiction migliori – sottolinea – danno gli stessi risultati dei programmi d’intrattenimento. I giorni della settimana sono sette, potremmo farne quattro di fiction e tre d’intrattenimento o viceversa, oppure alternare le settimane».