Una lunga grande storia d’amore, raccontata però solo attraverso i ricordi, più o meno falsati dagli stati d’animo, dal tempo, dalle differenze di punto vista, dei due giovani protagonisti senza nome, interpretati dal bel tenebroso Luca Marinelli e dalla solare LindaCaridi.
Dopo nove anni di assenza (Dieci Inverni) Valerio Mieli torna al cinema col suo secondo film, Ricordi?, per raccontare in modo insolito, complesso, ricco di flash back, un viaggio lungo un decennio nell’interiorità di due persone: insieme e divise, felici, infelici, innamorate tra loro, innamorate di altri. I due si conoscono raccontandosi fantasiosi episodi d’infanzia. La festa in cui si incontrano è ricordata in due versioni: il mondo di lui, malinconico, quello di lei allegro e ancora incantato.
Passano gli anni. Lo sguardo di lui si trasforma, si alleggerisce. Quello di lei matura, si fa più complesso e più scuro. Il rapporto che sembrava consolidarsi rischia ora di perdere magia. Inizia una crisi.
Nel corso del film i due ragazzi crescono e cambiano: lui scopre che è possibile un amore che dura nel tempo, lei impara la nostalgia. Con la distanza le immagini di questa relazione, come quelle dell’infanzia, di un lutto, di un’amicizia tradita, di una grande gioia, si modificano. Si saturano di emozione, o sbiadiscono, si cancellano, finché, riesumate da un profumo, da una parola, riemergono più forti, in un presente che scivola via per farsi subito memoria.
Un film difficile, non per tutti, ma che sembra aver trovato un mercato internazionale in grado di ammortizzare i 4 milioni di euro investiti per realizzarlo. L’autore scava tra due mondi mentali, tra ricordi privati, che s’incontrano, si mischiano, s’influenzano. L’uno scolora sull’altro, come i capi colorati in lavatrice. Mostra tante piccole realtà del vissuto quotidiano non lontane dalla vita di tutti, ne fa il sunto unendo tanti piccoli pezzetti. Per Marinelli non è stato semplice creare questa mappatura senza sapere in che punto trovarsi.
Una struttura comunque geniale, ben scritta e diretta, che punta tutto su immagini, suoni e due punti di vista. Fotografia stupenda, musica coinvolgente, un lavoro lunghissimo e di cesello per il montaggio, ottima recitazione scaturita anche da prove quasi teatrali volute da Mieli prima di approdare sul set. Malgrado ciò questo film un po’ troppo cerebrale non riesce ad appassionare lo spettatore comune fino in fondo.