Cosa fa di un’opera un’opera d’arte? Se lo è chiesto Jeremy Irons di fronte ai capolavori del Prado di Madrid. L’attore britannico accompagna lo spettatore tra le magnifiche collezioni del museo più importante di Spagna, protagonista del docu-film Il Museo del Prado. La corte delle Meraviglie che arriva al cinema con Nexo Digital dal 15 al 17 aprile per festeggiare con questo suggestivo, bellissimo filmato i suoi duecento anni di vita.
Non deve essere stato semplice condensare in un’ora e mezza il racconto di tanti capolavori che irrompono maestosi sul grande schermo emozionando profondamente lo spettatore, accompagnati da esperti come il direttore del museo Miguel Falomir, sceltissimi restauratori, fotografi, ballerine, la nipote del poeta Garcia Lorca.
Una collezione straordinaria con 1700 opere esposte ed altre 7mila conservate, aperto al pubblico nel 1819 e man mano arricchito di capolavori di artisti come Goya, Velazquez, Tiziano, Tintoretto, Rubens, Mantegna, El Greco, Caravaggio, Dürer, Bosch, Fra Angelico. Irons conosceva già il museo ma per la prima volta vi si è soffermato così a lungo, approfondendo la sua conoscenza su come queste opere straordinarie siano state conservate. Si è calato da profano in un mondo di esperti, ha raccontato presentando il film a Roma, e pur preferendo soggetti laici non ha potuto non essere conquistato da La lavanda dei piedi di Tintoretto, soffermandosi a lungo davanti a Las meninas di Velázquez, alle opere di El Greco.
I dipinti del Prado raccontano vicende pubbliche, dinastie, guerre, dittature, un’epoca di grande mecenatismo, di amore dei monarchi spagnoli per i grandi maestri come Goya, di cui sono esposte oltre novecento opere, disegni, lettere. Un museo che è stato un faro nei momenti bui della dittatura spagnola e oggi illumina il presente con l’attualità delle opere esposte, capaci di raccontare la storia della società con i suoi ideali, i vizi e i pregiudizi, le scoperte scientifiche, le mode.