C’è sempre più bisogno di armonia e la musica aiuta a vivere. Il Pescara Jazz festeggia i suoi cinquant’anni di vita dall’8 luglio al 9 agosto con 18 concerti dal timbro internazionale e gran finale con Fiorella Mannoia. Tra i tanti big in programma la cantante statunitense Dee Dee Bridgewater e il sassofonista Joshua Redman, il bassista camerunense Richard Bona, il chitarrista Robben Ford, gli italiani Fabio Boltro, Stefano Di Battista, Bepi D’Amato e Tony Pancella, Maurizio Rolli, Ada Montellanico quartet. Da non perdere anche il concerto Una noche per Paco con Antonio Sanchez sexteto e il cuarteto flamenco di Chano Dominguez. La grande sorpresa sarà il venticinquenne cantante polistrumentista Jacob Collier, rivelazione del jazz contemporaneo pupillo di Quincy Jones, celebrità su You Tube.
La programmazione si amplia con Pescara Jazz&Songs che mette al centro la forma-canzone quale strumento di comunicazione e innovazione dei linguaggi, costumi e storia di una società. In cartellone Giuseppe Anastasi (Targa Tenco) e Bungaro. Oltre ai 2000 posti all’aperto del Teatro D’Annunzio sul lungomare Colombo e l’arena del porto turistico Marina di Pescara, altri concerti gratuiti si terranno all’aperto in Piazza Muzii, nel cuore della città. Sarà inoltre pubblicato un volume fotografico celebrativo dei cinquant’anni. E da settembre il jazz entrerà anche nelle scuole, a partire dalle elementari.
Il programma dettagliato su www.pescarajazz.it
Un festival impegnativo, che ogni anno richiede un grande lavoro di squadra sotto l’attenta direzione artistica di Angelo Valori, un palcoscenico culturale unico per Pescara, e un grande attrattore turistico. “E’ entrato nelle corde della città – ha sottolineato il sindaco Marco Alessandrini presentando la kermesse a Roma, nella sontuosa biblioteca ottocentesca della Crociera del Collegio Romano sede del Mibact -. La musica ci fa volare alto, ce n’è bisogno anche nella politica dove l’urlo sembra essere la nota dominante del dibattito”. “Mezzo secolo di grande musica, aperto alle giovani musiche e ai giovani talenti” ha aggiunto Corrado Beldì, presidente dell’associazione che unisce oltre sessanta festival di jazz, sottolineando il grande impatto sociale e culturale di questo tipo di musica. “Il jazz è un virus, non c’è farmaco in grado di debellarlo”, ha commentato il grande esperto Adriano Mazzoletti, lamentando la noncuranza dell’odierna Radio Rai verso questa espressione musicale che gode di ottima salute.
Ma c’è bisogno di un incremento dei finanziamenti pubblici e una progettualità unitaria di supporto a tutta la musica italiana, ha precisato Valori, per poter combattere ad armi pari con gli altri paesi europei.