Le terribili situazioni in cui viene a trovarsi una persona minacciata di morte dalla mafia sono al centro del film A Mano disarmata di Claudio Bonivento. Claudia Gerini si cala negli scomodi, ingombranti panni di Federica Angeli, la giornalista del quotidiano La Repubblica che da anni porta avanti la sua battaglia contro le cosche criminali che hanno fagocitato Ostia, il quartiere del litorale romano dove la donna è nata e vive col marito e tre figli piccoli. Una lunga,solitaria battaglia civile che la giovane, coraggiosa donna ha descritto dettagliatamente nel suo libro che dà il titolo al film.
Una sfida alla malavita cominciata nel 2013 e non ancora finita, che ha messo a dura prova la serenità di tutti i suoi familiari, amici, conoscenti, che dopo aver cercato di dissuaderla dal portare avanti un guerra pericolosa oltre ogni limite, le si sono stretti intorno per proteggerla e accompagnarla nella sua prima vittoria: il maxi processo che nel 2018 ha dato un primo, grosso scossone ai dominanti clan locali.
Una storia intensa e coinvolgente, fatta di scelte, di dubbi, di paure, di solitudine, di forza, di coraggio, che Bonivento ha raccontato con rigore e fedeltà e che Claudia Gerini ha fatto vivere con grande intensità. Una storia che farà discutere il pubblico in sala e chi lo vedrà in seguito alla tv, disabituati a certe lezioni di impegno civile, di dignità, di ricerca a tutti i costi di verità e giustizia, qualità che oggi sembrano soffocate dai mefitici fatti di cronaca che ricoprono quotidianamente di fango valanghe di amministratori pubblici, inzaccherando anche alcuni lembi di toghe sdrucite.