Sconcertante ma realistico lo spaccato di gioventù bruciata proposto da Stefano Calvagna nel film Baby Gang. Ambientato in una cruda e attualissima Roma, punta l’obiettivo su un gruppetto di sedicenni di periferia che vuole prendere il controllo del quartiere e fare soldi facili, tanti soldi.
Ispirato a fatti reali di criminalità e prostituzione minorile, fenomeni purtroppo in costante aumento in Italia, la pellicola scava nella psicologia e nelle storie dei ragazzi che vivono intorno a noi.
La particolarità di Baby gang risiede nella maniera atipica in cui è stato realizzato, con lo sguardo dichiaratamente rivolto al neorealismo pasoliniano, prendendo come protagonisti veri e propri ragazzi di strada, non attori (Daniele Lelli, Raffaele Sola, Gianluca Barone, Francesco Lisandrelli, Gianmarco Malizia, Domiziana Mocci, Chiara De Angelis, Giulia Sauro e Sabrina Sotiryiadi con la partecipazione di Veronica Graf del Grande Fratello 13), che hanno recitato senza copione, basandosi esclusivamente sulle indicazioni e i suggerimenti del regista, riuscendo a bucare perfettamente lo schermo.
Al centro di questo ottimo film, che non indulge e non condanna, cinque ragazzi che iniziano a delinquere per far soldi, coinvolgendo anche alcune ragazze coetanee del gruppo. Qualcosa andrà storto e si troveranno a rischiare la vita e la libertà, scoprendo che il crimine non paga.
Una sorta di docu-film crudo e vero, molto ben realizzato da Calvagna che fa un quadro spietato di una gran fetta della nostra giovane società, non solo di periferia, convinta che fare soldi sia l’unico, ambito traguardo della vita. Speriamo porti al cinema tanti ragazzi, per mettersi a fuoco e riflettere, a lungo, sull’amaro, enorme prezzo di certe scelte.