Nel desolante panorama offerto dalle pellicole nostrane ben venga il cinema italiano con la C maiuscola. Ci hanno pensato il prematuramente scomparso Mattia Torre con Figli, affidato all’ottima regia di Giuseppe Bonito, nelle sale dal 23 gennaio e Ivano De Matteo con Villetta con Ospiti, in arrivo il 30 gennaio. Due film lontani anni luce dalle sterili “pinocchiate” e dalle inutili ma assai fruttuose “zalonate” , che accenderanno il dibattito sulle devastanti debolezze dei giorni nostri.
Torre usa la sua caustica, surreale ironia per trasformare Paola Cortellesi e Valerio Mastandrea in un’affiatata, moderna coppia, incapace di resistere agli urti della vita, che va in panico all’arrivo del secondo figlio che sconvolge gli equilibri di tutta la famiglia. Un film diverso dalle solite commedie, che rispecchia la vita di tutti mettendo a fuoco gli stereotipi del vivere oggi in coppia raccontando con grazia e sfrontatezza, tra il comico e il drammatico, quanto sia oggi difficile venirsi incontro. Una storia che parla d’amore, dei percorsi per mantenerlo, per andare avanti e farlo insieme. Una sorta di invito a combattere una cultura che vede ancora la madre come una benedizione, i nonni come vecchietti disposti a ogni sacrificio per la prole, dove fare figli non è una cosa naturale ma un punto di arrivo delle persone. Un tipo di cinema alto e popolare che va indubbiamente alimentato.
Anche De Matteo, con la compagna Valentina Ferlan, prende spunto da fatti di cronaca per portare sullo schermo Villetta con Ospiti, una vera tragedia contemporanea, con al centro la famiglia, partendo dal presupposto che nessuno è salvabile soprattutto se c’è in gioco la difesa personale. Un’agghiacciante radiografia della classe borghese, che mette a fuoco con leggerezza una storia nera, cattiva, di ordinaria follia, che semina dubbi.
Protagonisti gli emblemi positivi della nostra società: un imprenditore di successo, la moglie impegnata nel sociale, un medico di fama, un prete, una famiglia dell’est che cerca fortuna nel ricco nord est italiano. Una commedia tagliente affidata ad un cast eccellente con Marco Giallini, Michela Cescon, Massimiliano Gallo, Bebo Storti, Vinicio Marchioni, Erica Blanc, Ioan Tiberiu Dobrica e la straordinaria Cristina Flutur. I sette vizzi capitali incarnati dai protagonisti si palesano quasi con innocenza, nessuno è accusato di nulla anche se tutti si macchieranno dei peggiori peccati.
C’è anche un suggestivo parallelismo tra la storia e la natura che rispecchia i personaggi e che piano piano si trasforma diventando crudele, dove il più forte sceglie. In un periodo di grande intolleranza, dove imperano superbia, ignoranza e pressappochismo, il film racconta bene l’animo umano, mostra la faccia ambigua delle nostre istituzioni, tocca tematiche sociali sollevando dubbi, senza sbandierare risposte. Un affresco senza giudizi che, sostiene De Matteo, non cambierà il mondo. Ma sicuramente farà riflettere.