La squadra di “Blu Notte” torna su RaiTre
La mala del Brenta di Felice Maniero, le morti bianche, la trattativa Stato-mafia, le morti di detenuti e immigrati clandestini, la Sacra Corona Unita pugliese. Oscuri e inquietanti capitoli della nostra storia contemporanea che Carlo Lucarelli racconterà su RaiTre, il lunedì in prima serata in cinque puntate a partire dal mese di dicembre. Indagini e ricostruzioni di alcune delle storie italiane più intricate delle quali si è detto e scritto molto, ma che ancora presentano notevoli buchi neri. A un ospite il compito di introdurre e commentare il tema di ogni puntata, da Andrea Camilleri al giallista Massimo Carlotto, dal cantautore Daniele Silvestri a don Luigi Ciotti e Ascanio Celestini. Tra i temi novità, l’inchiesta sulla Sacra Corona Unita (in onda il 3 gennaio), la mafia pugliese che si ispira alla camorra e alla ‘ndrangheta, fatta di estorsioni e di usura, di traffico di stupefacenti, armi e sigarette, di omicidi e di bombe e ancora, di rituali segreti, formule magiche, immagini sacre bruciate.
Non avrà invece connotazioni territoriali la puntata del 20 dicembre su La morte sul lavoro che si aprirà con un prologo di Ascanio Celestini sulla difficoltà di narrare un mondo del lavoro sempre più frammentato e convulso. A seguire andrà in onda il documentario “A quattro mani”, che ha segnato l’incontro tra Lucarelli e Andrea Camilleri che insieme hanno scritto il romanzo Acqua in bocca. E proprio Camilleri introdurrà il 13 dicembre il tema della trattativa tra stato e mafia, storia di stragi sanguinose e di servizi segreti deviati a cui si aggiungono sempre nuovi elementi. L’ipotesi di un filo che ha legato e lega Cosa Nostra non solo all’economia, alla politica, ma addirittura a una parte dello stato. Un’ intervista a Massimo Carlotto farà luce su Felice Maniero, boss della “Mafia del brenta” che controllò non solo tutto il Veneto, e i traffici illegali con i Balcani.
«Siamo sempre quelli di Blu Notte – ci tiene a precisare Lucarelli -, i temi individuati saranno raccontati con uno stile ben definito e con la novità di confrontare la storia con persone non esperte dell’argomento trattato, ma in grado di farci riflettere. In dodici anni abbiamo costruito un mosaico in cui mancava qualche tassello, come la mala del Brenta o la Sacra Corona Unita. In altri casi, come quello della presunta trattativa tra Stato e mafia, ripercorriamo la storia già raccontata alla luce delle nuove cose che stanno uscendo, mettendo in fila tutti i fatti, anche quelli più lontani tra loro. Non facciamo rivelazioni né scoop. Massimo Ciancimino non verrà a dirci chi è il signor Franco. Raccontiamo cose che la gente sa già? È vero e non è vero. Perché se le sa e non è successo niente, vuol dire che le ha dimenticate o non le ha sapute nel modo giusto. Che ci siano i morti sul lavoro lo sappiamo tutti ma bisogna arrabbiarsi. Lucarelliracconta vuole fare questo: recuperare le emozioni».