Non c’è niente da fare, il cinema americano è decisamente in crisi creativa e a nulla vale mascherarsi dietro operazioni seppur simpatiche come quella di Abbasso l’amore. Cercare, infatti, di far rivivere le atmosfere e i colori del periodo aureo della commedia pruriginosa degli anni ’60, altro non è che un vile trucco per attingere ulteriormente all’enorme bacino d’idee che è il glorioso passato del cinema a stelle e strisce. Doris Day, Rock Hudson, Debbie Reynolds, Rod Taylor e i tanti altri interpreti del genere, vere e proprie icone del decennio e oltre (in Amore e altre catastrofi, simpatica commediola australiana del 1997, Doris Day era l’argomento della tesi del protagonista), cercarono negli anni ’60 di far dimenticare al pubblico americano il Vietnam, l’omicidio Kennedy, la segregazione razziale, il vento della contestazione. Le loro infallibili armi erano semplici e collaudate: una tensione sessuale potentissima ma mai esplicitata, le ambientazioni equamente divise tra i quieti sobborghi, tanto cari in seguito alle visioni fantastiche di Tim Burton, e la grande città, in cui il vizio e la tentazione erano all’ordine del giorno.
E poi un modo garbato di far ridere, degno erede della ‘sophisticated’ e della ‘slapstick comedy’, in cui anche le donne facevano disastri siderali. Abbasso l’amore non ha purtroppo tutti questi pregi, crogiolandosi assai nella perfetta ricostruzione iconografica e tralasciando invece tutti quegli aspetti che, sviluppati solo poco di più, avrebbero potuto rendere il film di Peyton Reed un piccolo gioiello come Lontano dal Paradiso. Non è un caso tirare in ballo un’opera così diversa, perché l’operazione concettuale è la stessa, ma dove è riuscito Todd Haynes, ovvero modernizzare nei contenuti un genere già di per sé formalmente perfetto e codificato, ha fallito Reed, che è rimasto ancorato a una serie di prototipi già visti. Le hostess di Catcher Block sono quelle che frequentavano la casa di Tony Curtis e Jerry Lewis in Boeing Boeing, la casa supertecnologizzata era il nemico di Doris Day anche in La mia spia di mezzanotte e Rock Hudson ne Lo sport preferito dall’uomo, regia oltretutto dell’immenso Howard Hawks, scriveva un libro mentendo spudoratamente sulla conoscenza dell’argomento. E potrei continuare a lungo. Detto ciò, non ci sono dubbi sulla bravura di tutto il cast, a partire da Ewan McGregor e Renée Zellweger, e fa molto piacere vedere in un cameo Tony Randall, spalla di professione ai tempi che furono e testimone di un genere che speriamo presto di potere rianalizzare con minuzia in DVD.
di Alessandro De Simone