La Tv di Stato investe sulle nuove tecnologie
Stare al passo coi tempi. È la parola d’ordine della Rai che ora punta sul tridimensionale. Il prototipo è la versione ridotta a 15 minuti, ma in 3D, della commedia Arlecchino servitore di due padroni, fiore all’occhiello del Piccolo Teatro di Milano, con protagonista Ferruccio Soleri e la regia di Rossella De Bonis. Insomma, il grande teatro che incontra la tecnologia, per stare al passo coi tempi, anche commerciali, come ha sottolineato il presidente Rai Paolo Garimberti alla presentazione del progetto, realizzato grazie ad un accordo con la Fondazione Piccolo Teatro di Milano e la collaborazione tra settori strategici della Tv pubblica come la Direzione Strategie Tecnologiche, il Centro Ricerche, la Direzione Produzione Tv e i Centri di produzione Tv di Milano e Torino.
Un prodotto che unisce alta qualità tecnologica e culturale per questo filmato tridimensionale che per ora non andrà in onda come i suoi predecessori: 3-Dentro il Rigoletto a Mantova, col backstage dell’opera trasmesso lo scorso settembre su RaiUno; la breve fiction realizzata nel 2008 per il programma Melevisione e il cortometraggio su Torino realizzato per il Prix Italia 2009. L’azienda di viale Mazzini, in quanto industria culturale, e anche “manifatturiera”, si proietta nella televisione del futuro, ma senza trascurare la tradizione. «Promuovere la visione in 3D nel mondo sarebbe difficile con il Grande Fratello – sostiene ironico il direttore del “Piccolo”, Sergio Escobar -. Ci sono momenti in cui la tecnologia deve incontrare il bello. Arlecchino ha attraversato le generazioni, il mondo, le lingue e ha già incontrato la Rai in bianco e nero». La prima replica della commedia di Goldoni fu infatti messa in scena da Strehler nel 1947, poi ripresa in 40 paesi con 2.773 repliche tanto da essere definito l’Arlecchino dei record.
«Il 3D sta prendendo già moltissimo mercato- sottolinea Garimberti -. Non possiamo non puntare su questa nuova tecnologia, che rappresenta il futuro». Un interesse confermato dal fatto che già i principali broadcaster italiani hanno avviato trasmissioni sperimentali in tre dimensioni. Molti analisti, poi, concordano nel prevedere che nei prossimi anni il tridimensionale rappresenterà un segmento importante nell’economia dell’industria dell’elettronica di consumo. Già approdato anche nel salotto di casa, con modelli di Tv di ogni marca dal costo che va da sotto i mille euro agli oltre cinquemila, in vendita anche in Italia dallo scorso aprile e che entro fine anno diventeranno 18 milioni venduti nel mondo e nel 2014 sfioreranno i 56 milioni.
«Nel prossimo futuro c’è anche un microfono ambifonico, che segue lo zoom delle telecamere e consentirà di realizzare produzioni 3D anche dal punto di vista sonoro – spiega il direttore delle Strategie Tecnologiche Rai, Luigi Rocchi -. Puntiamo anche alla realizzazione di uno standard ‘retrocompatibile’ per trasmettere in contemporanea in alta definizione 2D e in 3D, riducendo notevolmente i costi». Con la speranza che si trovi presto un’alternativa ai fastidiosi occhiali necessari per la visione in tre dimensioni. Per ora sono stati realizzati solo prototipi che richiedono di posizionarsi perfettamente al centro della Tv, rendendone impossibile la visione a più persone contemporaneamente. Ma, come ha sottolineato il direttore del centro di produzione Rai di Milano, Massimo Ferrario: «La tecnologia corre incredibilmente veloce…»